ADNKRONOS

giovedì 27 marzo 2008

Green computing

E' l'arte di coniugare lo sviluppo del personal computer con il risparmio energetico, ma soprattutto di salvaguardare l'ambiente. Sicuramente è un'arte difficile considerando l'evoluzione che il mondo dei computer tende a sfornare macchine sempre più sofosticate e veloci. A proposito di questo alcuni colossi del settore sono scesi in campo. Intel , Ibm , Google, Panasonic, Yahoo, Hevlett Packard e Dell sono tutti decisi a ridurre in maniera drastica i costi e gli sprechi e, in mdo particolare l'inquinamento causato dalla produzione della tecnologia in generale e in particolare dai computer. Nel 1994 la Fujitsu Siemens, u fra i primi ad interessarsi a problema. Adesso dopo 14 anni sono usciti i primi risultati della ricerca: monitor che consumano poca energia elettrica e computer che sono forniti di alimentatori più intelligenti. pare assodato che la qualità degli alimentatori sia la causa di maggior consumo. Questi accorgimenti per il singolo consumatore vaglono un risparmio di poche decine di euro, però potrebbero diventare di più se oltre all'acquisto dei "green computer" si diffondesse pure l'abitudine di spegnere quando non si usa. Quindi spegnendo tutti gli apparecchi tecnologici che ognuno di noi ha a casa si potrebbe risparmaire la bellezza 60 watt al giorno. Sicuramente su scala nazionale o mondiale il calo dei consumi di energia diventerebbe allora molto sensibile.

domenica 23 marzo 2008

Emilio Speciale

Conosco Emilio Speciale da quando è nato, ho udito i suoi primi strilli alla vita quel caldo pomeriggio del 18 settembre del 1954 , abitavamo, infatti, nello stesso povero stabile di via Capra 107 proprio sopra la chiesetta del S.S. Salvatore, di fronte al
giardino dei mughetti” dove oggi sorge il liceo Classico di Leonforte.
Ho visto i suoi primi incerti passi, poi il suo gioioso scorazzare per le vigne del “cavaliere ”, eden verde della sua fanciullezza. Quindi, scolaro, l’ ho visto leggere i fumetti di Tex Willer ( li legge ancora e li colleziona con passione) , poi , per le vicende che la vita ci impone, l’ ho perso di vista, anche se di tanto in tanto mi giungevano gli echi dei suoi successi scolastici , discreta cassa di risonanza era suo padre Carlo, mancato a questa vita di recente lasciando grande rimpianto per la sua signorilità. Erano notizie che apprendevo con piacere perché quello spilungone dalla folta chioma con gli occhiali a goccia affumicati mi era simpatico e già per lui, nei miei frequenti voli di fantasia, prefiguravo un futuro di “rinisciutu”.
Al liceo Classico “Vaccalluzzo” , dai suoi insegnanti, era stimato quale allievo modello per il suo spiccato senso critico, per i suoi giudizi taglienti, per le sue considerazioni sempre illuminanti.
Tutt’oggi Emilio Speciale è considerato uno dei suoi allievi migliori , citato ad esempio tra coloro che danno lustro alla scuola nel mondo. Sull’Almanacco pubblicato in occasione del cinquantesimo anniversario del Liceo, su di lui la professoressa Piera Lo Iacono, fra l’altro, scrive con ironia “…il selenico Emilio Speciale che mi dedicò struggenti, romanticissimi versi d’amore..” ricordandolo con simpatia dopo più di trent’ anni.
In questa scuola, vera fucina di intelligenze, maturò il suo amore per gli studi e per il teatro, notevole fu il suo impegno quale aiuto-regista nelle commedie che il prof. Giuseppe Nigrelli curava con problematico entusiasmo nei saggi scolastici di fine anno.
Conseguito il Diploma maturità classica (1973), per proseguire gli studi scelse di iscriversi al DAMS ( discipline delle arti, della musica e dello spettacolo) di Bologna, la scelta di questo tipo di studi nasce dall’esigenza di conoscere discipline poco tradizionali con codici espressivi nuovi liberati da quelle incrostazioni culturali che difficilmente fanno valicare i confini dell’ovvio e dello stantio.
I cinque anni di frequenza del DAMS per Emilio sono alquanto formativi, anche grazie agli insegnamenti del suo maestro Umberto Eco, direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione.
A Bologna ha anche l’opportunità di frequentare ricchissime biblioteche e librerie, arricchisce ancor più le sue conoscenze e incrementa l’amore per i libri. A Bologna, sua città d’elezione, vive bene, intreccia molte amicizie importanti, crea l’humus vitale per la sua crescita di studioso.
Durante il periodo universitario lavora il qualità di Tutor e assistente all’insegnamento nel Dipartimento di Scienze della Comunicazione.
Si laureò col massimo dei voti nel 1979 discutendo la tesi ”La teoria della metafora in E. Tesauro” con Umberto Eco il quale da questa esperienza colse l’occasione di scrivere il celebrato saggio “Come si scrive una tesi di laurea”.
Dopo la laurea parte in quinta ( anche se non ha la patente di guida) alla ricerca di un lavoro confacente al suo percorso scolastico, anche se il suo desiderio più grande è quello di continuare i suoi studi negli Stati Uniti d’ America per intraprendere la carriera universitaria ai massimi livelli.
In attesa di qualche risposta positiva alle varie domande, insieme ad altri inoccupati laureati costituisce una cooperativa di ricerca nel campo delle telecomunicazioni, ma l’iniziativa non ebbe buon fine.
Nel 1981 gli viene assegnata una borsa di studio presso l’Yale University di New Haven nel dipartimento di Italiano diretto dal prof. Paolo Valesio. Qui intraprende studi impegnativi su Autori poco conosciuti come Stefano Guazzo, approfondisce i suoi studi con l’ausilio della biblioteca Sterling di Yale, una biblioteca a misura d’uomo con ottomila volumi.
A New Haven fa anche esperienza d’insegnante d’Italiano e fa le prime esperienze per l’uso del computer in letteratura, in seguito ne trarrà uno studio importantissimo in cui dimostra l’utilità e quasi la necessità di tale ausilio negli studi letterari, a tal proposito da qualche anno ha creato una rete telematica, dove si costituiscono dei gruppi di discussione elettronica in lingua , cultura e letteratura italiana.
Alla Yale University consegue il PhD con una tesi di apprendimento su Stefano Guazzo con il prof. Paolo Valesio (1988).
Nei cinque anni che studia presso il Dipartimento d’Italiano di Yale conosce e collabora con maestri come Paolo Valesio e Giuseppe Mazzotta che hanno avuto una grande influenza sulla sua metodologia di studio e di ricerca.
Nel 1985 ( pur continuando a lavorare sulla tesi per conseguire il PhD.) si trasferisce all’Università di Chicago in qualità di assistente professore di lettere italiane che gli dà la possibilità di tenere corsi e seminari su Giacomo Leopardi, su Giovanni Pascoli, su Ugo Foscolo, sull’Illuminismo, sulla letteratura Barocca, ecc.
All’Università di Chicago conosce il prof. Paolo Cherchi, la professoressa Rebecca West e la professoressa Elissa Weaver che lo incoraggiano con la loro grande cultura e dottrina ad approfondire i suoi studi su Leopardi e sul Barocco letterario.
Nel 1993 si trasferisce presso l’Eidegenossiche Techische Hochschule,Zurigo in qualità di Ricercatore di letteratura italiana , dove si immerge sull’estetica e poesia di Giacomo Leopardi, studi e ricerche che porta avanti a Roma e a Detroit.
Notevoli e molti sono gli studi che ha portato avanti Emilio Speciale, e tante sono le iniziative culturali che contraddistinguono il suo percorso culturale, è il titolare di una Casa editrice (la Insula), è il redattore di una Rivista di poesia ( Novilunio), è poeta egli stesso provando “ nel mettere insieme delle parole, nel comporre testi un vero piacere inebriante, come respirare aria di montagna, ed anche una severa responsabilità verso la realtà che ci circonda e ci tormenta.”
Ha pubblicato libri di poesie (Un grido e poi, Seledizioni, 1975; Improvvisi mutamenti – Leonforte 1977; I segni ritrovati Roma, Albatros 1980; Tre Poesie, in Antologia di poeti leonfortesi 1986; Paesaggi purpurei di un luogo senza confini Chicago Insulsa 1987 ), di critica letteraria ( Giacomo Leopardi : estetica e poesia; Giovan Battista Spada il giardino degli epiteti,traslati et aggiunti ), articoli vari, che fanno parte di enciclopedie, di riviste letterarie, in riviste specializzate, in dizionari, in C D alcuni di questi articoli sono scritti in collaborazione con sua moglie professoressa Tatiana Crivelli. Tra questi studi particolare mi piace citare uno suo saggio pubblicato sulla rivista Zeta diretta da Francesco Campione, un altro nostro compaesano illustre, si intitola “Dialogo di Giacomo Leopardi con un suo lettore”, perché la sua lettura riempie l’anima e colora la vita.
Molto accurate e numerose sono le recensioni di libri di poesia, di critica letteraria , di storia. Innumerevoli sono le sue conferenze tenute nelle più prestigiose università americane ( Columbia University, New York, University of Virginia, Loyola University, Chicago, Universty of North Carolina at Chapel Hill, University Arizona,) , in Italia ( Università di Bologna, ) in Svizzera ( Politecnico di Zurigo), in Sicilia ( Leonforte, Agira).
E’ membro di varie accademie e associazioni culturali come il Centro di Studi Rinascimentali di Ferrara ,il Centro Studi Leopardiani di Recanati , l’American Association of Italian Studies. Recentemente è stato eletto presidente della Società Dante Alighieri di Zurigo.
Emilio Speciale ha avuto il modo di parte della giuria del Premio letterario di Leonforte in varie edizioni, però ha deciso di non farne parte perché evidentemente non ne condivide più le modalità di svolgimento.
Nel 1991 ha dato vita ad una rivista della poesia italiana: “ Novilunio ”, rivista di cultura poetica, punto d’incontro fra gli accademici e i poeti, il saggio meditato e la poesia fresca.
Molto particolare è il rapporto di Emilio Speciale con Leonforte, lo ama ma lo fa arrabbiare pure, non sopporta il suo ambiente sociale e culturale alquanto restio alle novità. Lo considera piuttosto triste, banale e abulico. Però ha cercato di cambiare tale situazione, nel tempo si è reso promotore di iniziative culturali, ha dato il suo contributo d’idee per il premio letterario e ha cercando di valorizzare, tramite la sua casa editrice ,qualche autore leonfortese. Emilio Speciale è una risorsa per la nostra piccola realtà, le sue discrete critiche sono fatte a fin di bene e con amore, un amore non sempre ricambiato.

Enzo Barbera

venerdì 21 marzo 2008

Attenti alle truffe

L'Italia risulta in coda alla classifica internazionale per l'uso del personal computer, però scopre di aver un'altro primato. La nostra lingua è quella più usata, ovviamente dopo l'inglese, per le truffe online. Alcune aziende d'informatica, dopo una attenta indagine, hannotenuto sotto controllo le frodi informatiche che sono state messe in atto tramite email. Sono conte come PHISHING, queste truffe sono considerate tra le minacce più rilevanti ed inquietanti per quanto riguarda la sicurezza delle transazioni online. Il meccanismo è abbastanza semplice, ma molto insidioso: i truffatori informatici inviano, contemporaneamente, milioni di messaggi di posta eletrronica, camuffandoli in modo da farli apparire come provenienti da istituti di credito o da siti di commercio elettronico.
In Italia, il più usato, è il marchio delle Poste italiane, ma vanno di moda anche messaggi che riguardano siti statunitensi, come Ebay o Pay Pal. La tipica emailchiede al malcapitato utente di accedere al proprio account dicendo di cliccare su un link contenuto all'interno della mail stessa. In realtàil link parte su una pagina simile a quella della banca o delle Poste. Alla vittima di turno viene richiesto di inserire i propri dati: login e password e il gioco è fatto. Così facendo non si fa altro che autorizzare la truffa ed il risultato è lo svuotamento del conto. Per una frode del genere è importante l'utilizzo della lingua appropriata, perché sarebbe difficile per l'utente italiano ricevere una mail in lingua inglese dalla propria banca. Bisogna, quindi, stare attenti alle email che sono dubbie o che si è incerti della provenienza. La truffa, purtroppo, ha subito qualche variazione dovuta sicuramente al crescente numero di utenti su internet, della posta elettronica e di sistemi di sicurezza. Infatti i truffatori si sono spostati dal web su altri terreni. Adesso sono truffe che riguardano il telefono in modo particolare i cellulari. La sua prima comparsa è avvenuta in America nel 2006. Si riceve un sms, una mail nel quale si avverte l'utente che ha un problema con il suo conto corrente online e gli si indica un recaapito telefonico attraverso il quale mette in contatto con la banca. Dall'altra parte un falso operatore o una voce registrata invita l'ignaro cliente a comunicare i propri dati per poter verificare la propria situazione. La truffa si è compiuta.

lunedì 10 marzo 2008

Francesco Campione

Figlio di Giacomo, uno dei pochi coraggiosi fondatori del P.C.I. a Leonforte, Francesco Campione sin da bambino stupiva quanti avevano modo di meditare sui suoi ragionamenti, tanto che il nonno gli diceva spesso: ”quannu nascisti avievi vint’anni!” , ciò nonostante , egli sostiene che era un bambino molto vulnerabile e spaurito di fronte al mondo e che non vedeva perciò l’ora di crescere.
Quel bambino spaurito abita e gioca ancora nella sua anima. Francesco, di tanto in tanto, lo cerca per coccolarlo e donargli quel suo sorriso che disarma e rincuora al contempo.
Francesco Campione nacque il 3 di aprile 1949 in una Leonforte prostrata dalla guerra che lasciava presagire un futuro non proprio roseo per i suoi abitanti, in questo contesto molti decidono di emigrare e tra essi la famiglia Campione, che migrò in Argentina.
L’avventura “americana” di Francesco e la sua famiglia durò solo tre anni, poi tutto riprese come prima nella casa di corso Umberto 331. Ma intanto il padre, oltre che riparare scarpe, aprì un negozietto di calzature che permise alla sua famigliola, che si era incrementata , nel 1956, con la nascita di Paolo, un’esistenza più che dignitosa.
Il passatempo preferito da Francesco - Franco per i leonfortesi- era passeggiare con gli amici lungo il corso Umberto, che era il pulpito per le sue disquisizioni di filosofia, di storia o di politica, nelle lunghe sere d’estate ; le sue innumerevoli letture, il suo argomentare compiuto, il suo modo convinto di parlare lo vedeva vincitore nelle diatribe con i compagni di passeggio che così avevano il modo di impiegare fruttuosamente il loro tempo libero.
Anche egli imparava tanto dagli altri: a portare la croce della pazienza, ad avere senso di umanità glielo insegnò il nonno Francesco, l’onestà e l’amore per la giustizia li apprese dai discorsi di suo padre, aiutare e lo spendersi per gli altri glieli inculcò la madre Marietta.
Ognuno di noi ha il suo Eden, il luogo sacro della nostra fanciullezza che ogni qualvolta torna alla mente ci fa rivivere i colori e i profumi di quell’età: il luogo della fanciullezza di Franco è la vigna che si trova a “li funtaneddi” in territorio di Assoro e per essa giovanetto compose quest’inno che oltre a indicare la multiforme sua capacità letteraria testimonia un amore che ancora dura <<>>
I primi anni della scuola sono stati leggeri anche se un po’ noiosi, quelli del Liceo,invece, sono stati alquanto tormentati e non certo per il rendimento scolastico che è stato sempre ottimo, ma per “quella” sua compagna di classe che non lo ricambiava nelle sue passioni amorose.
Completati gli studi medi superiori presso il liceo classico Nunzio Vaccalluzzo (1967) fuggì , col cuore trafitto d’amore, da Leonforte alla volta di Bologna e si scrisse alla facoltà di Medicina, una scelta non casuale, ma motivata da una innata vocazione d’aiuto verso il prossimo e si laureò col massimo dei voti nel 1973.
Ma l’impatto con la medicina tutta tecnica e poco rispettosa verso la persona umana lo deluse alquanto e subito lo fece virare verso la più rassicurante delle psicologie - la psicologia sperimentale - .
La sua vocazione d’aiuto, per ragioni personali, ebbe il modo di essere messa a dura prova e in lui subentrò una crisi che lo indusse a porsi delle domande importanti alle quali rispose partendo dalla considerazione che il medico prima o poi deve arrendersi alla morte del paziente e quindi, ad un certo punto diventa inevitabilmente importante aiutarlo a morire piuttosto che a salvarsi.
Per lui fu una folgorazione: avrebbe dedicato la sua vita ad aiutare le persone a morire, recuperando in tal modo la sua vocazione d’aiuto, restando inevitabilmente psicologo.
Cominciò a studiare da Tanatologo (studioso complesso, a volte medico, a volte antropologo o psicologo o filosofo) , lesse tutto quello che c’era da studiare sulla disciplina: studiò P. Aries (“Storia delle mentalità della morte dal medioevo ad oggi”), L.V. Thomas ( “Antropologia della morte”). Heideggere (“Essere e Tempo” ) ,Freud (“La morte la guerra” e “Al di là del principio del piacere”) , F. Fornari (“ Ricerche psicologiche sull’evoluzione del concetto di morte nel bambino”), Ernesto de Martino ( “Morte e pianto rituale nel mondo antico”).
Ognuno dei suddetti Autori gli diede occasione di meditare sul percorso che avrebbe dovuto intraprendere per diventare Tanatologo, ma sostanzialmente Francesco Campione si può considerare un autodidatta anche se recentemente ha trovato un maestro nel filosofo di cultura ebraica Emmanuel Levinas.
Nel 1980, a seguito dei suoi studi, uscì il volume “Dialoghi sulla morte”, il primo libro di Tanatologia italiano nel senso proprio del termine.
Nell’84 partecipò al congresso di Versailles con la partecipazione di tutti i rappresentanti della tanatologia mondiale, e nel corso di questo congresso comprese la complessità del mondo tanatologico e dei rapporti culturali che vi si possono riconoscere, che la morte è tabù e il lavoro del tanatologo è quello di sconfiggerlo.
Francesco Campione è autore di numerose pubblicazioni, alcune delle quali sono delle pietre miliari della Tanatologia: Il vissuto corporeo nella vita quotidiana- Bologna CLUEB, 1979 ;Per una storia della psicologia metodologicamente fondato -Bologna CLUEB 1979; Dialoghi sulla morte- Bologna CAPPELLI, 1982;Ama il prossimo tuo come se stesso. Guida all’assistenza psicologica del malato grave,del medico e della famiglia- Bologna PATRON EDITORE,1986;La mente e il gioco – Bologna CAPPELLI 1986; Aspetti psicologici del ritardo puberale nella thalassemia- Atti dell’Accademia delle Scienze di Ferrara,1986; L’assistenza psicologica del malato terminale-Milano CNR 1988; La falena nello studio-Bologna NUOVA ALFA EDITORIALE ,1989; Il deserto e la speranza-Roma ARMANDO EDITORE 1992;Nessuno,uno,centomila aids –Ozzano Emilia,TIPO ARTE,1993; Cari studenti,viva l’università- Bologna CLUEB , 1995; Morire ridendo-Bologna- Istitituto di Tanatologia 1995; Valutazione della nocività psichica del lavoro di assistenza ai sieropositivi e ai malati di aids- Ozzano Emilia TIPOARTE,1995; Dialoghi sulla morte- Bologna CLUEB,1996; Tanatologia ed etica.Quaderni di cure palliative 1997; La coppia in amore- Bologna CARMENTA 1999; Rivivere-Bologna CLUEB,2000; Contro la morte- Bologna CLUEB,2003; Manifesto della tanatologia – Bologna CLUEB, 2005; Perpartire – Roma ARMANDO EDITORE, 2006; L’amore tra bisogni e desideri- Bologna APOCRIFI, 2007.
Francesco Campione, oltre che studioso di psicologia, è anche fine narratore e non so come ha trovato il tempo per pubblicare : le favole Voglio sposare Cappuccetto rosso- Ravenna EDIZIONI DEL GIRASOLE, 2003 e sotto la copertura del fantomatico Ciccio Salina il romanzo L’infame – Bologna APOCRIFI, 2007 .
Attualmente Francesco Campione è docente al Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna , dove insegna Psicologia Medica e Psicodiagnostica, è direttore del Master Universitario in “Tanatologia e Psicologia delle situazioni di crisi”. Ha partecipato e partecipa a ricerche di Psicologia, Psicooncologia e Tanatologia finanziate dal CNR (Centro Nazionale Ricerche) e dall’AIRC (Associazione Italiana sul Cancro); ha fondato il Servizio di psicologia dell’equipe di assistenza domiciliare del malato di cancro in fase terminale che opera a Bologna e Provincia sotto gli auspici dell’Associazione Nazionale per lo studio dei tumori solidi.
È consulente degli istituti ortopedici Rizzoli per l’assistenza psicologica dei malati oncologici.
Oltre a collaborare a varie riviste mondiali sull’argomento,ha fondato e dirige la prestigiosa Rivista Italiana di Tanatologia (ZETA) .
Ma il professor Campione è anche un ricercatore ed è impegnato all’assistenza psicologica delle famiglie in lutto, coordina il servizio di aiuto psicologico nelle situazioni di crisi, separazione e lutto presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Bologna .
Ha fondato e dirige la Scuola di Formazione alla Psicoterapia delle “situazioni di crisi,separazione e lutto” e l’istituto di Tanatologia e medicina psicologica, leader nella formazione tanatologica in campo sanitario.
È tra i fondatori della IATAS (Internazional Association of Thanatholy and Suicidology) di cui è presidente. E’ presidente dell’Associazione culturale RIVIVERE che si propone di aiutare chi ha subito un colpo mortale e deve rivivere, attraverso una rete di assistenza psicologica e di auto-aiuto in via organizzazione in tutta Italia.
Come si evince dal suo curriculum, piuttosto corposo, Francesco Campione non solo ha aperto la strada alla Tanatologia in Italia, scienza praticamente sconosciuta da noi, ma si impegna in prima persona per ciò che lui ritiene una missione. È impressionante il numero di presidenze, anche a livello mondiale, di cui si è fatto carico, la sensazione è che il pioniere ha pochi seguaci ed è rimasto tale perché il tabù della morte non è stato ancora vinto
Quando Francesco Campione riuscirà a far passare l’idea che qualcuno possa occuparsi professionalmente della morte e troverà tanti altri che saranno contenti di fregiarsi del titolo di tanatologo avrà vinto la sua battaglia.
Per la sua attività Franco Campione è molto conosciuto e stimato a Leonforte; e anche se ritorna di raro al paese (la prima volta tornò dopo dodici anni) quando torna viene accolto con calore; saluta tutti con molta disponibilità d’animo spendendo per ognuno una parola affettuosa.
Ogni volta che viene riscopre la decadenza irreparabile del suo paese : lo trova sempre più ingrigito,degradato,caotico,sporco,mal governato e volgare . Lui dice che per Leonforte e i leonfortesi ha un rapporto di profonda ambivalenza di amore-odio, la lontananza e la nostalgia tengono accesa la fiammella dell’amore, il ricordo di ciò che poteva essere e non stato è mai gli fanno riaffiorare quell’astio che motivò la fuga .
Invitato nel “suo” liceo per parlare sull’eutanasia, in merito a cui egli ammette il diritto del malato di chiedere che si arresti la sua sofferenza. Come medico dice : <<>>. Quello della “umanizzazione della medicina è uno degli impegni che il professor Campione porta avanti da tempo. Ha scritto infatti un Manifesto e ha fondato il Mum (Movimento per l’Umanizzazione della Medicina) il cui messaggio sostanzialmente è che per essere un buon medico non basta essere un bravo medico, bisogna essere una brava persona.
Francesco Campione ha scelto una strada difficile da percorrere ma lo fa con instancabile passione, facendo della sua vocazione d’aiuto una nobile professione, con cui lenire i più grandi dolori dell’anima ( la crisi del lutto, la paura della morte, la voglia di morire,ecc.) con un linguaggio (frutto di profondi studi, di ricerca, di umanità ) che riesce ad acquietare la sofferenza.


Enzo Barbera