ADNKRONOS

giovedì 28 agosto 2008

Facebook

www.facebook.com è il social network più famoso e popolare del momento. E' il portale in cui tutti possono comunicare tra di loro e stabilire relazioni sociali con altre persone. Al suo attivo ha appena 3 anni di vita ed ha già più di 4 milioni di iscritti in tutto il mondo. Naturalemente è diventato una preda appetibile di i colossi del web.

mercoledì 20 agosto 2008

Eredità immateriali dei centri ennesi

Fiabe e beffe nella Sicilia Lombarda
di Marcella Croce
Viaggi nell’aldilà, racconti di burle e sberleffi, favole magiche. Tutte le tipologie della fiaba, così come sono state individuate da Propp e da altri studiosi, ricorrono puntualmente nei racconti in lingua gallo-italica del paese di Nicosia racconti, tradotti ed elaborati da Sigismondo Castrogiovanni e recentemente pubblicati (accanto alla relativa trascrizione in italiano) nei due volumi “Eredità immateriale dei centri ennesi” a cura di Salvatore Lo Pinzino, sotto l’egida dell’associazione G.Forti Natoli di Sperlinga e della Regione Siciliana.
Nicosia condivide l’idioma gallo-italico (o gallo-romanzo) con Piazza Armerina e con una decina di altri centri delle province di Messina, Catania, Siracusa e Enna, tra cui Aidone, San Fratello, Sperlinga, Acquedolci e Novara di Sicilia: la cosiddetta “Lombardia siciliana”. Questa peculiare lingua che in realtà non è lombarda, ma ligure piemontese, deriva da una forte mescolanza etnica tra la popolazione locale e i popoli settentrionali arrivati al seguito dei normanni nell’XI e XII secolo. Essa presenta delle caratteristiche un po’ diverse in ciascuno di questi centri ed è stata spesso oggetto di discriminazione perché considerata espressione di inferiore ceto sociale.
Il gallo-italico è documentato anche in alcuni paesi calabresi e lucani; in quest’ultima regione ha ottenuto status di lingua minoritaria, così come è avvenuto per l’albanese di Sicilia. A Piazza Armerina, dove il gallo-italico viene chiamato “ciaccès ‘ncaucà”, esistono tuttora peti in vernacolari, tra i quali il più noto è Nino Testa. Istintivo e satirico, i cui versi, non ancora pubblicati vengono frequentemente declamati pubblicamente.
In Sicilia questa lingua di origine padane costituì un cuscinetto divisorio, una specie di barriera linguistica, fra il “palermitano” e l’idioma “siculo-orientale”. Queste zone sono certamente una enclave di grande interesse per gli studiosi di linguistica; a Remigio Roccella , che nel 1872 pubblicò il suo primo libro di poesia piazzese, si deve il capostipite dei vocabolari gallo-italici con elementi grammatica e fonetica, che da quel momento in poi divenne un punto di riferimento per ogni studioso. Salvatore Trovato, originario di Nicosia, ha curato la trascrizione ortografica del nicosiano, e dal 1987 ha attivato il progetto gallo-italico presso l’Università di Catania, dove è ordinario di Filologia moderna.
Quattro convegni sul gallo-italico, con relativa pubblicazione di Sigismondo Castrogiovanni, 74 anni, che fu maestro elementare a Nicosia per quattro decenni, si era accorto che questa lingua stava scomparendo e adoperò a salvarne i fondamenti, basandosi principalmente su materiale trascritto dalla testimonianza orale della propria madre.
Le favole sono esemplificazione di rituali iniziatici, e hanno sempre un valore didattico, come osserva nella sua introduzione Claudio Paterna, dirigente del servizio Beni storici-artistici e antropologici della Regione. Il protagonista è spesso vittima di una ingiustizia, deve nascondersi sotto mentite spoglie e superare e superare, con l’aiuto di oggetti magici, durissime prove prima che sia rivelata la sua vera identità. Ci sono racconti di fede ingenua dove, su un fiabesco sfondo religioso, monaci di grande creduloneria si lasciano facilmente abbindolare, e ci sono racconti di animali che con il loro perfetto antropomorfismo si inseriscono nella più pura tradizione favolistica esoplana. Dietro ogni vicenda si intuisce un mondo contadino di estrema miseria in cui non si è perso però il gusto dell’ironia, come nella storia di “Maestro Imbroglia Popolo”, disposto a stendersi sul cataletto e a intimare ai suoi otto figli di piangerlo per morto pur di sfuggire ai suoi creditori. È un mondo dominato dal fatalismo e dalla sempiterna dea che tutto sembra governa, la Sors fortuna, e nel quale il sovrannaturale è costantemente imbevuto di sincretismo: così è accaduto che la “Bella dei sette veli”, protagonista di una delle favole raccolte da Castrogiovanni, sia anche una delle denominazioni della Madonna di Trapani, il cui culto a sua volta era stato assimilato a quello della Venere ericina.Correda l’opera un’interessante documentazione fotografica. Il primo volume contiene le etnofotografie che il dialettologo tedesco Gherard Rholfs, durante i rilevamenti da egli eseguiti per l’Atlante linguistico Italo-Svizzero, scattò nel 1924 per documentare la vita della gente che abitava nelle grotte a Sperlinga (definiti gli ultimi trogloditi nella stampa del tempo). Le favole del secondo volume sono illustrate da numerose cartoline d’epoca di Nicosia. Concludono il secondo volume le foto scattate dall’amministrazione locale fra il ’22 e il ’26 per far vedere al governo di Roma le condizioni di miseria nelle quali viveva a quel tempo la gente di Sicilia. È prevista la pubblicazione di altri volumi di racconti, che raccoglieranno non solo favole ma anche la descrizione.

martedì 19 agosto 2008

Il video dei studenti di Enna negli schermi degli autogrill di tutta Italia

Lo hanno realizzato gli studenti del liceo socio psico-pedagogico Dante Alighieri di Enna. Un video completamente made in Sicilia ed è visibile in 110 schermi di altrettanti autogrill della rete autostradale italiana. Per ricordare in questi giorni di vacanza di chi vive il dramma di una grave malattia come l’anoressia. La clip “Cosa c’è ke nn va” ha partecipato recentemente al “Flower film festival” conquistando un enorme successo tanto da convincere i gestori degli autogrill di proiettarlo in questo periodo di vacanze. Il lavoro è nato per fare conoscere il dramma dell’anoressia di Erika Piccillo studentessa come le altre al liceo di Enna. Sicuramente una vita dura e difficile, quella di Erika, che ha dovuto interrempore gli studi per colpa di questa malattia. Sembra migliorare la situazione di Erika e speriamo che al più presto riesca a risolvere i suoi problemi per il sollievo di tutti coloro i quali le stanno accanto in particolare modo i propri genitori. Nel frattempo, in quasi tre mesi, su Yuotube il video ha raggiunto quasi 100.000 visitatori. I ragazzi della Dante hanno attivato un sito internet, www.cosacekennva.it per far conoscere la sfortunata storia di Erika a tutti i coetanei d’Italia.

IL BATTIMENTO DI AIDONE COME BENE IMMATERIALE

Una festa millenaria che rievoca lo scontro fra Arabi e Normanni

di Claudio Paterna

Anche Aidone si propone per l’inserimento nel “Registro delle eredità immateriali”, lista d’eccellenza istituita nel 2005 dall’assessorato regionale Beni Culturali per avviare alla tutela e valorizzazione le tradizioni culturali locali di cui rimangono soprattutto le espressioni orali e rituali. La proposta, riguardante la millenaria festa di San Lorenzo e la cerimonia di vigilia chiamata “il battimento”, è stata avanzata alla Soprintendenza di Enna che ha già provveduto a inviare la proposta all’assessorato nell’ambito dello specifico “Libro delle celebrazioni”.
Se c’è infatti chi crede che la vigilia di San Lorenzo sia presagio di grandi eventi nel calendario magico-rituale, per gli aidonesi è lo scenario metastorico diun combattimento in abiti medievali tra cristiani e saraceni: le due “fazioni” si danno appuntamento sotto il castello di Adelasia di Monferrato e iniziano un singolare torneo d’arme, il “Battment”, nell’idioma gallo-italico parlato ad Aidone. L’evento vuole rievocare lo scontro tra normanni e arabi durante la turbolenta fase di riconquista cristiana dell’Isola nell’XI secolo. La singolarità della cerimonia, oltre la coincidenza del Santo, ha il significato di “pacificazione”, significato esplicito che volle dargli qualche anno dopo il fatto d’arme, Guglielmo il Normanno, anziché rievocare il trionfo del nonno Ruggero I sui “pagani”, nella località detta Passo dei Giudei.
A differenza delle celebrazioni guerresche di Scicli, Casteltermini, Chiaramente Gulfi e Noto, la rievocazione promossa dal normanno (cui la storiografia ufficiale appioppò il soprannome di “Malo” per le sue non dissimulate simpatie per la minoranza musulmana), volle celebrare con torneo, tra nobili cavalieri, la pacificazione tra i cristiani di provenienza “lombardo-padana” e i musulmani già abitatori di quei luoghi, oggetto di persecuzioni da parte dei nuovi arrivati. Oggi la rievocazione termina con la stipula di un trattato di pace dopo un simbolico combattimento con bastoni intagliati e spade simulate, espressione di una tradizione dell’intaglio cui andavano fieri i pastori del luogo.
Nel corso del tempo il torneo si arricchì di particolari suggestivi quali il tributo alla contessa Adelasia, ultima moglie di Ruggero I (oggi si svolge un concorso tra le più belle ragazze aidonesi per il titolo), il corteo storico dei cavalieri, la devozione alla Madonna delle Grazie, patrona delle messi e dei buoni raccolto, la coreografia di archi posti ad ogni crocevia, i teatrini con le storie dei paladini allestiti nelle piazze, la fiera agricola, le processioni religiose, i giocolieri, i mangiafuoco…
Non sappiamo quali pause abbia subito la tradizione anche se la rievocazione storica pare, si svolgesse ogni dieci anni, fino al 1890, anno in cui è documentata l’ultima rappresentazione in coincidenza con la festività della Madonna delle Grazie. Tuttavia è lo stesso Pitré ad ammettere che per la ricorrenza del santo patrono del fuoco, San Lorenzo, il martire fustigato sulla graticola, si svolgessero cerimonie in onore della protettrice del raccolto (circostanza confermata nel Dizionario dei Comuni siciliani del 1905).
La coincidenza degli eventi vuole tuttavia che nella vicina ValguarneraCaropepe che si è proposto per analogo inserimento nel Rei, (insieme a Enna e Barrafranca), nel giorno più corto dell’anno, il 13 dicembre, la festa di Santa Lucia, si svolga un tributo al fuoco con torce e falò come durante il “battment” in onore di San Lorenzo, quest’ultimo raffigurazione religiosa posteriore di Plutone/Hades secondo gli studiosi del sincretismo religioso. Come del resto parrebbe la Madonna delle Grazie una riproposizione del mito di Demetra.
Parliamo della festa di Aidone anche per la coincidenza con il più noto Palio dei Normanni di Piazza Armerina che si svolge il 15 agosto in occasione della ricorrenza della Madonna delle Vittorie. La rievocazione di Piazza Armerina è inserita in tutti programmi turistici della Regione, e il Palio è stato pure inserito tra le celebrazioni più importanti della Sicilia nel Registro <<>>.
Di Grazia si batte da anni per il riconoscimento del Battimento tra le grandi rievocazioni storiche. A lui e ad altri appassionati, si deve il ripristino della cerimonia storica nel 2005. In occasione del millenario della battaglia di Hasting in Inghilterra (1066) è stata richiesta dagli organizzatori della rievocazione una rappresentanza in armature dei “Normanni di Sicilia”, presenza documentata storicamente da truppe di Ruggero poste agli ordini di Guglielmo il conquistatore. Anche Aidone, in questo caso, come Piazza Armerina, Nicosia, Troina, Cerami, Nissoria nella sola provincia di Enna, ha da raccontare la imprese dei guerrieri normanni nell’Isola.
Ma non solo di imprese guerresche si tratta: i Normanni e i Lombardi (Paladini delle province di Piacenza e Vercelli), al loro seguito, hanno saldato legami antichi tra genti diverse, come le comunità greco-bizantine, arabe, berbere ed ebraiche sparse nel territorio di questa Sicilia centrale, al limite dei monti Erei, tra l’Est e l’Ovest, l’unica parte dell’Isola – come spiega Denis Mack Smith – che restò fedele alle proprie tradizioni religiose malgrado le numerose invasioni.Aidone oggi è un centro turistico di richiamo per la presenza degli scavi di Morgantina, della vicina villa romana del Casale, ma anche per la sua posizione alto-collinare, “balcone della Sicilia”. Da anni si attende la realizzazione del Parco archeologico, risorsa indifferibile del territorio che fa un tutt’uno con le riserve naturali, e pare che sia la volta buona col ritorno annunciato della “Venere” trafugata, ora al Paul Getty Museum di Malibù.

Già pubblicato su “La Repubblica” il 14 agosto 2008