ADNKRONOS

domenica 27 dicembre 2009

Presentazione libro


Domani 28 dicembre 2009 alle ore 18,00 presso i locali del Circolo di Compagnia di Leonforte sarà presentato da

Francesco Mazzucchelli il libro di Enzo Barbera "Appunti di Storia Leonfortese.


martedì 22 dicembre 2009

Alex Britti


In occasione dell'inaugurazione del nuovo stadio di Leonforte giorno 27 dicembre 2009 si terra un concerto di Alex Britti. Una delle voci di giovani già affermate sia a livello nazionale ed internazionale.

sabato 5 dicembre 2009

Pubblicazione

Questo blog non ha avuto mai, sin da quanto è stato creato, di volere essere una testata giornalistica, perchè non ha i mezzi poterlo fare né tantomeno è un obiettivo . Quando l'amministratore del blog riceve commenti su qualche post sicuramente non può fare che piacere. Branci, il blogger in questione, non ha delle regole rigide e non impone nessuno di leggerlo, ma è altrettanto giusto nei confronti di tutti che non si possono accettare commenti che non sono firmati. Restare anonimo non dà la possibilità a chi riceve l'eventuale critica di poter rispondere.

grazie branci

venerdì 4 dicembre 2009

A proposito del quarto centenario della fondazione di Leonforte

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA
FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE
CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN
PROGETTAZIONE E GESTIONE DEL TURISMO CULTURALE

MAURIZIO LI DESTRI
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I luoghi dei Branciforti
Un progetto di turismo culturale

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TESI DI LAUREA SPECIALISTICA
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Relatore:
Chiar.ma Prof.ssa Silvana Raffaele


ANNO ACCADEMICO 2007/2008
INDICE



INTRODUZIONE p. 3



I. LA FAMIGLIA p. 6
I. 1. Dalle origini alle ramificazioni in Sicilia
I. 2. Il ramo di Mazzarino
I. 3. Il ramo di Raccuia-Tavi
I. 4. Il ramo di Scordia
I. 5. L’albero genealogico


II. LE CITTÀ POSSEDUTE p. 26
II. 1. Mazzarino
II. 1.1. Urbanistica e principali architetture
II. 2. Butera
II. 3. Militello in Val di Catania
II. 3.1. Urbanistica e principali architetture
II. 4. Pietraperzia
II. 5. Barrafranca


III. LE NUOVE FONDAZIONI p. 46
III. 1. La colonizzazione interna
III. 2. Nicolò Placido Branciforti
e la fondazione di Leonforte
III. 2.1. Urbanistica e architetture
III. 2.2. Produzione e commercio
III. 2.3. Andamento demografico
III. 3. La fondazione di Scordia
III. 3.1. La “rifondazione” di Antonio Branciforti
III. 3.2. Il “cuore antico” di Scordia
III. 4. La fondazione di Niscemi
III. 4.1. L’espansione urbanistica
III. 5. La fine di Occhiolà
e la nascita di Grammichele



IV. ITINERARIO TURISTICO ATTRAVERSO p. 79
I LUOGHI DEI BRANCIFORTI
IV. 1. Leonforte
IV. 2. Pietraperzia
IV. 3. Barrafranca
IV. 4. Mazzarino
IV. 5. Butera
IV. 5.1. Il castello di Falconara
IV. 6. Niscemi
IV. 7. Grammichele
IV. 8. Militello in Val di Catania
IV. 9. Scordia

BIBLIOGRAFIA p. 128

APPENDICE p. 141
Cartografia degli itinerari turistici

INTRODUZIONE

Tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo giunsero in Sicilia, dalla lontana Piacenza, i fratelli Guglielmo e Stefano della nobile famiglia Branciforti. Pochi decenni dopo i loro discendenti acquisirono il feudo di Mazzarino e, a fine Trecento, estesero la loro signoria al vicino castello di Grassuliato. Successivamente, nel tardo XV secolo, al patrimonio feudale della famiglia si aggiunse il castello di Tavi ricevuto in dote da Belladama Alagona, moglie di Nicolò Melchiorre Branciforti. Dalla discendenza di quest’ultimo presero corpo due rami indipendenti della famiglia, quello di Mazzarino e quello di Raccuia-Tavi. Nel corso della seconda parte del XVI secolo gli esponenti del ramo principale, quello di Mazzarino, acquisirono numerosi titoli e il loro potere crebbe notevolmente grazie al controllo di diverse città feudali. In questo lasso di tempo furono acquisiti, attraverso oculate strategie matrimoniali, i feudi di Militello, Pietraperzia e Barrafranca, fino a quel momento posseduti dai Barresi. Importantissimo fu pure il conseguimento, nello stesso secolo, del titolo di principe di Butera che conferiva il diritto di occupare il primo posto nel braccio baronale del Parlamento del Regno.
Durante il XVII secolo alcuni esponenti dei vari rami della famiglia si resero protagonisti di quel processo di popolamento di vaste zone dell’entroterra, tramite la fondazione di nuovi centri abitati, denominato “colonizzazione interna della Sicilia”. Furono create così Leonforte, Scordia, Niscemi e, dopo il terribile terremoto del 1693, Grammichele.
La tesi, che qui di seguito si articola, è suddivisa in quattro capitoli. Il primo è dedicato alla storia dei Branciforti, dal loro arrivo in Sicilia fino alla fine del feudalesimo. Nel capitolo successivo sono trattate le città feudali pervenute ai Branciforti nel lungo lasso di tempo che va dal XIV al XVI secolo. Il terzo capitolo è dedicato alle città di nuova fondazione con particolare riguardo all’urbanistica, frutto della pianificazione data dai fondatori. Nell’ultimo capitolo viene proposto un itinerario turistico con la visita dei centri storici delle cittadine appartenute ai Branciforti.
Il lavoro di ricerca bibliografica sulla famiglia Branciforti è stato condotto basandosi su diversi testi divenuti ormai dei “classici”, tra cui: Teatro genologico delle famiglie nobili, titolate, feudatarie ed antiche nobili del Regno di Sicilia di F. Mugnos; Della Sicilia nobile di F. M. Emanuele e Gaetani Marchese di Villabianca; Il Blasone in Sicilia di V. Palizzolo Gravina; Le Cronache inedite di Filippo Caruso di G. Majorana; La storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia di F. San Martino De Spucches. Sono da citare anche i più recenti: La Deputazione degli Stati e la crisi del baronaggio siciliano di G. Tricoli; Famiglie feudali siciliane. Patrimoni, redditi, investimenti tra ’500 e ’600 di T. Davies; Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390) di A. Marrone.
Per quanto riguarda il lavoro di ricerca sulle città, oltre al Dizionario topografico della Sicilia di V. Amico, è stata presa in esame la cospicua produzione bibliografica degli storici locali. Sono da citare i testi: Pietraperzia dalle origini al 1776. Relazione critico-storica della prodigiosa invenzione d’una immagine di Maria Santissima della Cava di Pietrapercia di Fra Dionigi da Pietraperzia; Notizie storiche sopra Scordia Inferiore di M. De Mauro; Ricerche e considerazioni storiche sull’antichissima città di Mazzarino di P. Di Giorgio Ingala; Notizie storiche sulla vetusta Tavaca e sulla moderna Leonforte di G. Mazzola; Feudi e patrimoni in ascesa nel Seicento siciliano. Scordia e il principe Antonio Branciforti di D. Ventura.
Per quanto riguarda l’elaborazione dell’itinerario turistico è stata acquisita una conoscenza diretta dei luoghi attraverso numerose visite nei centri storici delle città.

Estratto della tesi di laurea di Maurizio Li Destri

La tesi è possibile visionarla presso la Biblioteca Comunale di Leonforte - Piazza Cappuccini n.2 - Leonforte
o presso la Biblioteca d'Istituto della Soprintendenza BB.CC.AA. di Enna piazza Mazzini n. 3 Enna

mercoledì 2 dicembre 2009

Gli acroliti

Dal prossimo 13 dicembre nel Museo Archeologico di Aidone, in provincia di Enna, torneranno ad essere esposti al pubblico i reperti archeologici del VI secolo a.C. Questi i volti degli acroliti di Demetra e Kore, i reperti sono rientrati in Sicilia dagli Satti Uniti. Occhi a mandorla, labbra carnose e sorriso fuori dal tempo. L'evento si inquadra all'interno di ''Morgantina 2009-2011. Il ritorno delle dee'', progetto coordinato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Enna su iniziativa dell'Assessorato Regionale per i Beni Culturali e Ambientali. Da qui al 2011, saranno restituiti al Museo di Aidone una serie di preziosi reperti dell'antichità - fra cui la Venere di Morgantina tutt'oggi esposta al Paul Getty Museum, in California - provenienti da scavi clandestini nell'antica città di Morgantina e finiti attraverso rocambolesche vicende nelle aste internazionali d'antiquariato. L'altissimo valore artistico e formale dei due acroliti - esposti dal 2002 al 2007 al Bayly Art Museum dell'University of Virginia - è confermato dalla soprintendente di Enna, Beatrice Basile, che spiega come ''queste due dee, Demetra e Kore siano gli esemplari più antichi finora conosciuti di statue eseguite nella tecnica acrolitica".
Dopo trent'anni, i grandi volti - che non sono più enigmatici, e hanno un nome, quello delle dee delle messi e del rinnovamento perenne della vita - tornano a casa, nel piccolissimo paese accanto alla grande città greco-sicula di Morgantina. Con un allestimento che punta alla creatività e alla contaminazione fra le arti di ieri e di oggi, le due dee, che nella mitologia greca sono madre e figlia, saranno ricomposte e soprattutto 'vestite' da Marella Ferrera, la stilista siciliana che, dopo aver firmato raffinatissime collezioni di alta moda, ha collaborato anche con teatri lirici e di prosa. Un allestimento non tradizionale - quello scelto dalla Soprintendenza di Enna - basato sull'immediata percepibilità visiva ed emotiva delle statue e del loro significato come oggetti di culto di grande impatto emotivo, "Volevamo poter restituire, senza descriverlo, un corpo a queste due divinita' -spiega la Soprintendente Basile- e per farlo dovevamo creare una volumetria particolare, insieme reale e fuori del tempo, qualcosa che Marella Ferrera, col suo estro artistico, ha saputo ideare e suggerire utilizzando moderni materiali poveri per una versione attuale della costruzione antica". Solo al termine dell'allestimento, invece, si potrà vedere il drappeggio del peplo, il tradizionale abito greco, modellato dalla Ferrera sui corpi, ormai quasi tangibili, delle due dee.
''L'esposizione al museo di Aidone degli acroliti di Morgantina è il primo di una serie di eventi propedeutici al ritorno in Sicilia delle Venere''.
L'inaugurazione della mostra degli acroliti, su iniziativa dell'Assessorato Regionale per i Beni Culturali e Ambientali, sarà preceduta sabato 12 dicembre da un convegno di studi a carattere internazionale organizzato dalla Soprintendenza di Enna in collaborazione con la Provincia e l'Università Kore di Enna e con i Comuni di Aidone e Piazza Armerina. Interverranno, fra gli altri, gli archeologi Malcom Bell e Carla Antonaccio che dirigono a Morgantina gli scavi della missione statunitense, Clemente Marconi, professore della Columbia University, che per primo si e' occupato dello studio degli acroliti, e Claudio Parisi Presicce, esperto di cultura greca. ". Il 'Ritorno delle dee' prevede per la primavera del 2010 la mostra del complesso di argenti provenienti dal Metropolitan Museum di New York conosciuto come il Tesoro di Eupo'lemo (III sec. a.C.). All'inizio del 2011 tornerà ad Aidone la grande dea, ora al Getty Museum, e ancora senza nome: è infatti conosciuta come Afrodite, ma più probabilmente è anch'essa una raffigurazione della grande madre della Sicilia greca, la dea Demetra.

mercoledì 25 novembre 2009

IL DRAMMA DI VOLUSIANO NELLA VILLA DEL CASALE

C' è un elenco di monumenti e luoghi-immagine in Sicilia che registi e sceneggiatori sfogliano sempre più spesso prima di scegliere dove ambientare i loro lavori. Questo elenco è stato realizzato dalla Sicilia-Film Commission e presentato lo scorso maggio a Cannes. Tra queste "art-location" non poteva mancare la villa romana del Casale, già soggetto letterario per racconti di ambientazione storica (si pensi a Vincenzo Consolo, a Elio Motta, a Nino Savarese). La Villa continua a rimanere tra le mete privilegiate del turismo in Sicilia (315 mila presenze nel 2008), ma se ai tempi del Grand Tour viaggiatori come Jean Houel, rimanevano colpiti dal fascino delle rovine in un paesaggio aspro e selvaggio, con la scoperta dei mosaici nell' ultimo dopoguerra il fascino e il mistero del luogo si è accresciuto, e innumerevoli pubblicazioni hanno tentato di spiegare il perché di una villa patrizia così sontuosa in un luogo così impervio. Via via è stata interpretata come buen retiro di aristocratici romani delusi, alla maniera della villa dei "mostri" di Bagheria, oppure luogo di sollazzi carnali lontano da occhi indiscreti; in qualche caso come dimora occasionale di imperatori e più spesso come fattoria-modello nello sconfinato latifondo isolano. Vittorio Malfa, autore di saggi antropologici da poco convertito alla narrativa, ha cercato tra i committenti imperiali della Villa le ragioni della sua edificazione, e ne ha tratto un dramma spirituale intenso, espresso attraverso lo scambio epistolare tra due personaggi realmente vissuti nel quarto secolo dopo Cristo ("Volusiano", Bonfirraro editore, Caltanissetta, 112 pagine, 12 euro). Lo studio approfondito di testi storici e documenti epistolari poco noti, ha portato Malfa a ricostruire il linguaggio del tempo, utilizzando un metodo strutturale di scomposizione-ricomposizione ricavando episodi, bozzetti e travagli psicologici «che altrimenti si sarebbero perduti, restando freddamente imbalsamati in migliaia di immagini fissate nei mosaici» - come dice nell' introduzione Salvatore Cosentino. Il dramma di Volusiano, figlio di quel Ceionio Rufio Albino, console romano nel 335 dopo Cristo, probabile costruttore della villa, si esprime nella fitta corrispondenza con Nicomaco, suo compagno di sventure, rimasto a Roma quasi clandestino, per l' ostracismo manifestato dall' imperatore Costante verso il "partito" degli aristocratici del Senato. Volusiano ha avuto la fortuna di fuggire da Roma in quegli anni di persecuzione, malgrado egli stesso sia stato potente magistrato della famiglia romana dei Ceionii, di fede pagana per tradizione. Ma a nulla è valso il suo censo, anzi il fanatismo antiaristocratico è diventato intransigente. La villa del Casale diviene per il giovane dei Ceionii la nuova dimora, la residenza lontana dai clamori e dagli odi di parte. Attraverso le descrizioni del paesaggio si coglie il desiderio del giovane magistrato di lasciare alle spalle il suo passato, immerso in una natura tanto diversa dai luoghi dell' Urbe. La villa e i mosaici vengono descritti negli aspetti più particolareggiati, persino le pitture parietali acquistano un significato di grande effetto. Al dramma "politico" si aggiunge il dramma spirituale: la tranquillità dei luoghi spinge Volusiano a rivedere le sue convinzioni politeiste, a riflettere sulle tesi neoplatoniche di Plotino, ultimo difensore della paganità romana. I nuovi convincimenti cristiani emergono gradualmente, senza scosse, quasi un' evoluzione del pensiero che si coglie dal tono delle lettere a Nicomaco. L' esilio forzato non è la ragione di questo mutamento. Lo è certamente la "pietas" che nasce nell' animo del giovane magistrato dopo aver visto crollare le sue convinzioni razionali. Volusiano torna nell' Urbe "rigettandosi nella mischia". La permanenza nella Villa ha dato i suoi frutti. Al lettore è lasciato il dubbio su cosa abbia realmente spinto il rampollo dei Ceioni a rimettersi in discussione. Fin qui il racconto. Sullo sfondo un paesaggio che spinge alla contemplazione: rovine eccellenti che si trasformano in meta turistica, piccole valli boscate che diradano verso l' arsa piana gelese, torrioni medioevali che svettano sulle alte colline disabitate, piccoli santuari mariani che danno anima alla toponomastica dei luoghi, e infine, archeologi intenti allo scavo vicino alla Villa per riportare alla luce un villaggio medioevale che nasconde il primo abitato dell' odierna Piazza Armerina. Ma basterà il turismo a proteggere i luoghi? L' autore nel ringraziare gli amici dei gruppi archeologici che da anni si battono per la tutela, così come le istituzioni, - che già nel recente passato hanno dovuto difenderla da vendette di tipo mafioso, come accaduto al recentemente scomparso soprintendente Villari - lascia trasparire la sua vocazione didattica (per anni professore di latino al Liceo, ora alla Scuola superiore di Teologia) pensando a quelle scolaresche depositarie di tanta "memoria" non attratte tuttavia dalla cultura libresca. Tutte queste immagini e sensazioni tracciano la quotidianità dei luoghi che si arricchiscono oggi della "fiction" letteraria.
© RIPRODUZIONE RISERVATA - CLAUDIO PATERNA


già pubblicato su "la Repubblica" — 19 novembre 2009 pagina 11 sezione: PALERMO

mercoledì 18 novembre 2009

Giovanni Speciale un leonfortese New York

40 Maratona di New York

Giovanni Speciale è stato il primo maratoneta leonfortese ha partecipare alla Maratona di New York, ottenendo un ottimo piazzamento su tanti partecipanti circa 44 mila provenienti da tutte le parti del mondo.


Allenamento al Central Park di Giovanni Speciale con il figlio Francesco


Trasferimento dall'albergo con il traghetto
Statua della Libertà
Un piccolo riposino prima della gara

lunedì 19 ottobre 2009

Scuola Media Statale "G.Garibaldi" di Enna

Nuova veste grafica per le pagine web della Scuola Media Statale "G. Garibaldi" di Enna diretta dal Prof. Dott. Michele Lentini. Si presenta semplice con colori tenui, ma soprattutto facile da consultare il che per un sito web non è una caratteristica da sottovalutare. La scuola media statale "G :Garribaldi" è tra le 80 scuole siciliane selezionate per il "PROGETTO QUALITA' MERITO".il progetto prevede interventi di supporto e formazione sull’apprendimento della matematica per gli studenti delle classi prime .Gli studenti delle classi prime delle istituzioni scolastiche selezionate per l’a.s. 2009/2010 saranno seguiti anche negli anni successivi, durante la frequenza della classe seconda e terza; Il raggiungimento degli obiettivi di potenziamento e rafforzamento delle competenze previste dal Progetto verrà riscontrato mediante valutazione degli scostamenti di performance tra la rilevazione iniziale e quella conclusiva somministrate nel corso dell’anno scolastico 2009-2010; l’analisi di tali risultati consentirà di valutare la positività del percorso svolto e del metodo di lavoro adottato ed, eventualmente, di riprogettare l’azione per le successive annualità.
Inoltre la scuola media è tra le 156 scuole, selezionate a livello nazionale, per l’attivazione di una Cl@sse 2.0: un progetto nazionale promosso da DGSSSI (Direzione Generale per gli Studi, la Statistica e i Sistemi Informativi), ANSAS (Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica) e UNIVERSITA'.

venerdì 9 ottobre 2009

Tutti gli uomini della sinistra italiana secondo l'On. Berlusconi

IL Presidente della Repubblica - Sen. Giorgio Napolitano;
Il Presidente della Camera - On. Gianfranco Fini;
L'On. Bossi in fondo in fondo è di sinistra, ma per il bene dell'Italia ha fondato La Lega;
Tutti gli ex Presidenti della Repubblica;
Tutti i giudici della Corte Costituzionale, in particolar modo dopo la senteza di illegitimità della legge chiamata comunemente "Lodo Alfano";
Tutti i giornalisti italiani tranne quelli del "IL GIORNALE". Il suo direttore scrive in tutta autonomia tranne qualche volta: l'editore si permette di dare qualche piccolo suggerimento;


I giudici dei tribunali e le procure che indagano sul Premier Massimo eletto dal Popolo Italiano;


Gli arbitri italiani di calcio; in modo particolare quando perde il Milan.


La Sig.ra Patrizia Daddario, però dopo avere rilasciato le dichiarazioni sul Premier Massimo eletto dal Popolo Italiano;


Tutti coloro i quali, naturalmente, non condividono le opininoni del Premier Massimo eletto dal Popolo Italiano;












mercoledì 30 settembre 2009

giovedì 10 settembre 2009

Firma per la libertà di stampa

La libertà di stampa nella Repubblica Italiana è stata progressivamente ripristinata dopo la caduta del regime fascista di Benito Mussolini, il 25 luglio 1943, anche se per tutta la durata della seconda guerra mondiale e nell'immediato dopoguerra venne sottoposta a vari limiti e condizioni, in parte derivate dalla legislazione che regolava la libertà di stampa nel Regno d'Italia. La libertà di stampa non esisteva, se non nei limiti di un ridotto frondismo fascista, nelle zone sottoposte al governo della Repubblica sociale italiana.
Per non ritornare indietro lottiamo affichè ci sia veramente "LIBERTA' DI STAMPA".
L'attacco ai giornali in modo particolare a "Repubblica", di cui la citazione in giudizio per diffamazione è solo l'ultimo episodio, è interpretabile soltanto come un tentativo di ridurre al silenzio la libera stampa, di addormentare l'opinione pubblica, di isolarci dalla circolazione internazionale delle informazioni, in definitiva di fare del nostro Paese un'eccezione della democrazia. Se le si considera "retoriche", perché suggerirebbero risposte non gradite a colui al quale sono rivolte, c'è un solo, facile, modo per smontarle: non tacitare chi le fa, ma rispondere.
Firmiamo l'appello di Franco Cordero,Stefano Rodotà,Gustavo Zagrebelsky su
Repubblica.