ADNKRONOS

venerdì 29 gennaio 2010

La Nuova Compagnia Teatrale il Canovaccio sbarca alla radio

Nuovo ed importante “debutto” per la Nuova Compagnia Teatrale “Il Canovaccio” di Leonforte, che solcherà un originale tipo di “palcoscenico” quello di “Radio Onda Libera” che ripropone anche quest’anno il programma “La lettrice”, che si terrà tutti i sabati di ogni mese dalle ore 18:10 alle ore 18:40.
Conduttrice del programma è la prof.ssa Gabriella Grasso, che ha voluto sperimentare all’interno del suo programma uno spazio da dedicare alla recitazione attraverso il mezzo della radio.
La compagnia si “esibirà” l’ultimo sabato di ogni mese, a partire da sabato 30 Gennaio; gli attori del Canovaccio ci allieteranno con la loro esperienza, la loro professionalità e il loro entusiasmo, coinvolgendoci attraverso la lettura e la recitazione dei brani che verranno trattati dalla prof.ssa negli appuntamenti precedenti. Sarà come vivere le stesse avventure dei personaggi narrati, le stesse emozioni, in un miscuglio di sensazioni e colpi di scena inaspettati ; ciò a dimostrazione della “grande forza che il Teatro possiede”, cioè che anche attraverso la Radio, si possono far rivivere personaggi dimenticati tra le pagine di un copione, e portare alla luce tutto quello che possono racchiudere.
Per info www.rol103.it o www.nctilcanovaccio.it

venerdì 15 gennaio 2010

50 ANNI

Il 10 gennaio scorso ha compiuto 50 anni una delle trasmissioni radiofoniche più famosa della radio italiana. Un ricordo indelebile per chi amava il calcio visto alla radio. Si proprio così le voci di Ciotti e Ameri ci facevano vedere le partite di calcio tramite la radio. Allora non c'era la possibilità di vedere la partita in tv e allora si aspettava la domenica con la schedina in mano per ascoltare:"IL CALCIO MINUTO PER MINUTO".

martedì 12 gennaio 2010

E il mago predisse: Sarà l' anno dell' amore


DA TEMPO, ogni venerdì pomeriggio ci rechiamo a casa del signor Di Fatta, il pensionato che abita nell' altra scala, e lo accompagniamo a fare la spesa mettendolo al sicuro da furti e furbastri. Ci sembra giusto ricambiare in qualche modo, visto che da anni siamo attaccati al suo contatore della luce. Quando venerdì scorso arrivammo a casa del signor Di Fatta, la moglie, donna Clelia, era affaccendata in cucina, mentre lui era sprofondato in poltrona davanti alla tv. «Sedetevi, ragazzi, finisce il programma e andiamo - dice il pensionato - Io di solito i maghi in tv non li seguo, ma questo è fortissimo, addirittura ho preso appuntamento per domani. Perché non mi accompagnate?». Con nostra grande sorpresa, il signor Di Fatta era avvinto dalla visione di un mago televisivo che, come tutti i maghi, prometteva soldi, felicità e successo. Prevedendo addirittura il futuro, non attraverso la lettura della mano dei propri clienti, ma leggendo i loro certificati elettorali: un metodo nuovo che pare avesse risultati inimmaginabili. L' Appena entrati nel suo studio di via della Modestia ci invitò ad accomodarci nel lettone di Putin Sparsi per la stanza abitini neri, calze a rete, collanine e una candelina con il numero 18 uomo, avvolto in un turbante a doppio petto, aveva un sorriso enorme, magnetico; una leggera cicatrice vicino al naso che ricordava il duomo di Milano; una dentatura perfetta, nonostante la mancanza di un dente; gli occhi quasi a mandorla; e, unico difetto, le orecchie grandi, molto vicine tra loro dietro la nuca. Incuriositi dal personaggio, decidemmo di accompagnare il signor Di Fatta all' appuntamento dell' indomani. Quello che accadde ha dell' incredibile. Lo studio era situato in via della Modestia 11. Bussammo e, dopo poco, un uomo ben vestito, e con diversi nei sul viso, ci venne incontro: «Scusate l' attesa, ero all' altro ingresso e da porta a porta ci metto un tantino. Prego, accomodatevi, il mago arriva subito». Ci accomodammo nella stanza del mago, mentre una leggera penombra rendeva l' atmosfera molto calda. Improvvisamente una voce proveniente dall' altra stanza ci intimò: «Accomodatevi nel lettone di Putin, arrivo subito». In effetti ci rendemmo conto che il tavolino con la sfera, che è di prassi in queste occasioni, era stranamente sostituito da un lettone enorme posto al centro della stanza; evidentemente il mago era solito ricevere in modo abbastanza informale. Qui e là, sparsi per la stanza, c' erano giarrettiere, calze a rete, abitini neri da donna, collanine e una candelina con il numero 18 ancora attaccato. «Saranno ex-voto», sussurrò il signor Di Fatta, cogliendo il nostro sguardo imbarazzato. Proprio in quel momento lui entrò. «In verità, in verità vi dico - cominciò il mago - per un anno che se ne va un altro entrerà, e il 2010 sarà il migliore degli anni possibili. Questo sarà l' anno dell' amore. Ve lo dico io. E vi dirò dell' altro!», e iniziò un interminabile elenco di previsioni. Sarà l' anno dell' amicizia: gli ausiliari del traffico non faranno più multe, i semafori saranno sempre verdi, e per coloro che abitualmente sostano in doppia fila ci sarà un condono. Sarà l' anno della riconciliazione: dopo Milano anche Palermo, Roma e Firenze avranno una strada intitolata a Bettino Craxi e un quartiere a Mussolini. Sarà l' anno delle grandi intese: il Pd, d' intesa col governo, voterà il legittimo impedimento, il processo breve, l' immunità parlamentare tombale e le alabarde spaziali per il presidente del Consiglio. Sarà l' anno del rigore: Santoro, Floris e Travaglio verranno allontanati dal servizio pubblico e annegheranno nel loro stesso odio. Sarà l' anno delle riforme: il presidente del Consiglio avrà più poteri, il numero dei parlamentari verrà ridotto, e la vecchia e logora Costituzione verrà modernizzata in unico articolo: «L' Italia è fondata!». Sarà l' anno dell' ecologia: sarà severamente vietato scoreggiare anche dentro casa dopo aver mangiato la caponata. Sara l' anno del perdono: Di Pietro farà pace con Bersani, Fini con Feltri. Veltroni con D' Alema e Capezzone col cervello. Sarà l' anno del federalismo: l' Italia verrà divisa in granducati, contee e feudi, ma solo alcuni potranno battere moneta, per tutti gli altri ci sarà il baratto. Sarà l' anno dell' istruzione: verranno modernizzati libri e scuole; ovviamente ci sarà qualche taglio del personale docente che ormai ha pretese assurde, come quelle di mangiare due volte al giorno! Sarà l' anno della lotta all' evasione fiscale: le aliquote verranno ridotte, i condoni verranno aumentati e gli scudi saranno semestrali. Sarà l' anno definitivo: verrà depenalizzato il reato di "falso in generale"e nelle aule dei nostri tribunali campeggerà la scritta: «La legge è simile per tutti». «Mi scusi - interruppe bruscamente il signor Di Fatta - e per quelli che non arrivano alla fine del mese?». «Per quelli - rispose infastidito il mago - c' è sempre il Superenalotto». E, tirando fuori una tombola, cominciò a dare i numeri. A quel punto, lasciammo il mago al suo delirio e uscimmo dalla casa, provati dall' estenuante seduta. I nostri volti esprimevano imbarazzo e incredulità. Il signor Di Fatta, quasi avesse letto la nostra disillusione, constatò: «Mah, secondo me, come mago era meglio Sucato!».

Ficarra e Picone

Repubblica — 10 gennaio 2010 pagina 1 sezione: PALERMO

L' anno che non voleva arrivare

GIOVEDÌ 31 dicembre 2009, XV E.B. Ore 23,59 più qualcosina. «Meno dieci!» urla zio Giovanni con tutto il fiato che gliè rimasto in gola; mentre la zia, fra risatee sberleffi, ammonisce: «Giovanni stai attento con quello spumante che il tappo è pericoloso per gli occhi dei bambini!». «Meno nove!» scandisce lo showman in tv, circondato da miliardi di ballerine. «Meno otto!» gridano in coro i cuochi nella cucina di uno fra i tanti ristoranti che in città hanno organizzato il veglione di San Silvestro. «Andate a quel paese!» pensa infastidito Ermanno sul marciapiede di fronte al ristorante, mentre tira su i cartoni che gli fanno da coperta e stringe a sé il fedele Flip. «Meno sei!» sussurra Mohamed da solo davanti alla tv, con la sigaretta coricata sul portacenere, e col pensiero rivolto alla famiglia che lo aspetta a due mondi di distanza. «Meno cinque!» urlano felici Pinuccioei suoi compagni, con lo sguardo verso il secondino che tiene in mano lo spumante. «Q uattro!» annuncia la voce che esce dall' autoradio di uno dei tanti camion che, anche la notte di Capodanno, continuano a fare su e giù per l' Italia. «Tre!» cadenza tronfio Berlusconi che si prepara a brindare con Bondi, Cicchitto, e Topo Gigio; mentre qualche isolato più in là, l' avvocato Ghedini, pensa soddisfatto: «E anche questo anno è prescritto!». «Due!» urlano in coro gli ospiti a casa di D' Alema, mentre Massimuccio sta fantasticando sul giorno in cui potrà festeggiare apertamente il Capodanno con l' amato Silvio senza doversi nascondere più da nessuno. All' improvviso il fattaccio: lo showman interrompe il conto alla rovescia, la musica cessa di botto e le ballerine gradualmente smettono di danzare. Qualcosa di graveè accaduto! «Stappo lo stesso?» chiede zio Giovanni che a stento trattiene il tappo. «E piantala!» ordina irritato Berlusconi a Bondi che stava declamando l' ennesima poesia. L' attenzione è tutta sullo showman che adesso ha un foglio in mano: «Devo darvi una notizia che mai avrei voluto dare» comincia drastico l' uomo. «Il 2010, l' anno che doveva subentrare questa notte, non è al momento reperibile. I festeggiamenti sono quindi interrotti». Per strada lo scarno comunicato rimbomba più volte... Per strada il fido Flip, si stringe al padrone e pensa: «Chissà ' sta storia come andrà a finire?». Giovedì 31 dicembre 2009, XV E.B. Ore 27,32 circa. Sono passate più di tre ore dal fattaccio. A casa dello zio siamo tutti immobili davanti alla tv, in attesa della conferenza stampa che il 2010 (l' anno che si è reso irreperibile) ha promesso di fare, per spiegare le motivazioni del gesto estremo. «Che faccio stappo e ce ne fottiamo?» insiste zio Giovanni. «Tu non stappi niente fino a quando non te lo dico io!» ribadisce infastidita la zia. Proprio in quel momento il 2010 fa l' ingresso in sala stampa. Ha un' aria giovanile, indossa un paio di jeans, un maglione usato, le scarpe da tennis e al naso porta un paio di occhialetti da intellettuale. Abbagliato da migliaia di flash si siede, e poi comincia: «Ho preso la decisione sotto Natale quando ho sentito il presidente Berlusconi che, parlando «Q di me, ha detto testualmente: "Il 2010 sarà l' anno delle riforme". Siccome - continua l' anno che verrà - immagino già il tipo di riforme che il presidente del Consiglio vorrà fare, ho deciso di non essere corresponsabile di una vergogna simile!». Immediate le reazioni del mondo politico. Il portavoce del presidente del Consiglio, Paolo Bonaiuti, subito dichiara: «E' la prova che gli ultimi 15 anni che abbiamo avuto sono stati comunisti!». Cicchitto si limita a constatare: «Sono le conseguenze del clima di odio che hanno contribuito a creare certi giornali come Postal Market, Topolino, e Casa Bella». Mentre Berlusconi, non sapendo come sfogare la rabbia, prima grida in faccia a Bondi: «Le tue poesie sono brutte!»; poi chiama al telefonino Floris che in quel momento sta sorseggiando un aperitivo ai Caraibi, gli urla: «Floris si vergogni!», e riattacca. Gasparri chiosa: «Se ci avessero fatto governare tranquillamente, saremmo già nel 2020!». D' Alema minimizza: «Si tratterebbe semplicemente di farsi un annetto ad personam». Intantoa casa lo zio chiede: «Stappo?», e la zia risponde: «Dopo, cretino!». Emilio Fede nel suo tg ricorda che i fratelli Graviano dal carcere hanno smentito le dichiarazioni che ha fatto il 2010 in conferenza stampa. Santoro annuncia il tema della prossima puntata: «Adesso che dirà Capezzone?». A rispondergli è lo stesso Capezzone: «Parla proprio Santoro che ha chiamato il suo programma "Annozero" poiché non ha trovato un anno pronto a metterci la faccia!». Feltri anticipa la sua prima pagina: «Un anno di merda!». Per strada la gente aspetta un segnale... Il fido Flip si stringe al padrone e pensa: «Chissà ' sta storia come andrà a finire?». Domenica 3 gennaio 2010, XVI E.B. Poi, come potete ben immaginare, tutto si è sistemato e il 2010 si decise a subentrare. A risolvere tutto fu il solito provvidenziale Gianni Letta che organizzò un incontro tra Silvio Berlusconi e il giovane 2010 dissidente. L' incontro si tenne a palazzo Grazioli e durò un paio d' ore. Non si seppe mai nulla di quello che si dissero quella nottei due leader, si seppe soltanto che qualche ora dopo, i due uscirono dall' incontro dandosi pacche sulle spalle, distribuendo sorrisi ai fotografi e scambiandosi innumerevoli strette di mano. La musica ricominciò, i miliardi di ballerine tornarono a danzare e lo showman riprese il conto alla rovescia come se nulla fosse accaduto: «Meno uno!». Poi con tutta la forza che gli era rimasta sui polpastrelli stappò la bottiglia e urlo: «Auguri!». Nell' intera penisola esplose l' entusiasmo: negli ospedali, nelle carceri, sulle strade, nei ristoranti. Mai nessun Capodanno era stato così atteso: milioni di sms, più o meno stupidi, volarono da un capo all' altro dell' Italia e una pioggia di tappi oscurò i cieli delle città. E mentre la zia provava a svegliare il marito, sfiancato dall' attesa, urlandogli «Ora devi stappare, cretino!», Flip pensava: «E' sempre il solito inciucio!».

di Ficarra e Picone

Repubblica — 03 gennaio 2010 pagina 1 sezione: PALERMO

Ecco i siciliani dell' anno


LE URNE virtuali sono rimaste aperte per una settimana. E alla fine hanno dato il loro responso, premiando otto dei quaranta siciliani, di nascita o di adozione, che sono stati i protagonisti del 2009. Il referendum lanciato su Internet da "Repubblica Palermo" ha incoronato il regista Giuseppe Tornatore, la scrittrice Dacia Maraini, l' attore Leo Gullotta, il duo comico Ficarra & Picone, il musicista Franco Battiato, il preside della scuola dello Zen Domenico Di Fatta, i ragazzi dell' associazione Addiopizzo e il capitano del Palermo Fabrizio Miccoli. NELLA sezione Cinema l' effetto "Baarìa", il film che rappresenterà l' Italia agli Oscar, ha accompagnato al traguardo il regista Giuseppe Tornatore, che ha conquistato il 61 per cento dei consensi. Nella categoria Teatro, anni di popolarità hanno permesso di raggiungere la vettaa Leo Gullotta, anche lui visto nel cast di "Baarìa", che ha ottenuto il 32 per cento. Protagonisti di un cammeo - come quasi tutti gli attori siciliani - nella pellicola di Tornatore anche i vincitori della categoria "Televisione": il duo Ficarra e Picone, che incassa il 30 per cento. Il duo comico, oltre ad avere trionfato al cinema con "La Matassa", ha condotto il tg satirico "Striscia la notizia". Nella sezione Cultura, vince la dell' scrittrice Dacia Maraini con il 45 per cento, forte del successo del libro "La ragazza di via Maqueda". Nel referendum spazio anche per la Società: a vincere in questa categoria è stato, con il 32 per cento dei consensi, Domenico Di Fatta, il preside della scuola "Falcone" dello Zen, istituto vittima quest' anno di numerosi raid vandalici. Un apprezzamento del 36 per cento fa prevalere Addiopizzo, che ha esportato il suo modello di associazionismo antiracket fuori Una settimana di urne virtuali aperte su Internet per scegliere chi si è distinto nell' arco dei dodici mesi appena trascorsi dalla Sicilia, nella sezione dedicata alla Lotta alla mafia. Maggioranza assoluta, il 55 per cento nella Musica, per Franco Battiato, distintosi per l' album delle polemiche "Inneres Auge". Last but not the least lo Sport, dove i trionfi calANNO Isiciliani I lettori scelgono: Tornatore il più votato cistici nel campionato in corso hanno dato slancio alla vittoria del rosanero Fabrizio Miccoli, che ha ottenuto il 45 per cento dei voti in questa categoria.

di FICARRA & PICONE


Repubblica — 31 dicembre 2009 pagina 1 sezione: PALERMO


domenica 10 gennaio 2010

Poesia

NEI GHETTI D'ITALIA
QUESTO NON E' UOMO


Di nuovo, considerate di nuovo
Se questo è un uomo,
Come un rospo a gennaio,
Che si avvia quando è buio e nebbia
E torna quando è nebbia e buio,
Che stramazza a un ciglio di strada,
Odora di kiwie arance di Natale,
Conosce tre lingue e non ne parla nessuna,
Che contende ai topi la sua cena,
Che due ciabatte di scorta,
Una domanda d'asilo,
Una laurea in ingegneria, una fotografia,
E le nasconde sotto i cartoni,
E dorme sui cartoni della Rognetta,
Sotto un tetto d'amianto,
O senza tetto,
Fa il fuoco con la monnezza,
Che se ne sta al posto suo,
In nessuno posto,
E se ne sbuca, dopo il tiro a segno,
"Ha sbagliato!",
Certo che ha sbagliato,
L'Uomo Nero
Della miseria nera,
Del lavoro nero, e da Milano,
per l'elemosina di un attenuamte
Srcivono grande: NEGRO,
Scartato da un caporale,
Sputato da un povero cristo locale,
Picchiato dai suoi padroni,
Braccato dai loro cani,
Che invidia la galera,
(Un buon posto per impiccarsi)
Che piscia coi cani,
che azzanna i cani senza padrone,
Che vive tra un No e un No,
Tra un Comune commissariato per mafia
E un Centro di Utima Accoglienza,
E quando muore, una colletta
dei suoi fratelli a un euro all'ora
Lo rimanda oltre il mare, oltre il deserto
Alla sua terra -"A quel paese!"
meditate che questo è stato,
Che questo è ora,
Che Stato è questo,
Rileggete i vostri soggetti sul Problema
Voi che adottate a distanza
Di sicurezza, in congo, in Guatemala,
E scrivete ala calduccio, nè di qua nè di la,
Nè bontà, roba da Caritas, nè
Brutalità, roba da affari interni,
Tiepidi, come una berretta da notte,
E distogliete gli occhi da questa
Che non è una donna
Da questo che non è un uomo
Che non ha una donna
E i figli, se ha figli, sono distanti,
E pregate di nuovo che i vostri nati
Non torcano il viso da voi.


di Adriano Sofri