ADNKRONOS

martedì 9 marzo 2010

Ventisette euro per una legge ad richiestam

CI SONO luoghi che riconosci dai suoni. « Alivi: bianche e nivuri », « Scalò a scarola », «Compratelo e conservatelo, dieci pacchi di sale, due euro!», « Sfincionello, ' u pitittu vi fazzu rapiri! », « che sono cornuti questi cacoccioli! », «i finucchieddi ri montagna... s' accattassi cà sparagna ». Nel caos ordinato del mercato del Capo, la signora Lo Presti riconobbe la bancarella di cui le avevano parlato e vi si avvicinò. Il cartello non lasciava dubbi: «Si vendono leggi ad richiestam». La donna si accostò al bancone e chiese al titolare: «Scusi, mi fa vedere qualcosa?». «Certo, signora!». Così l' uomo cominciò a elencare: «Guardi, questa per esempio: è una modifica alla legge sulla sanatoria. Ché pure che lei costruisce un villino a piazza Politeama, con questa è a posto». E mentre il venditore elencava, il mercato continuava ad abbanniare, cosicché la voce dell' uomo si confuse con quella degli altri venditori. « T SALVO FICARRA E VALENTINO PICONE alè che beddu ' u pisci! », «Poi le posso proporre una modifica fresca fresca di giornata all' articolo 158 del codice della strada, che le permette di sostare in doppia fila, parcheggiare sulle strisce pedonali e addirittura posteggiare sui marciapiedi», « Scarola! Frisca è a scarola», «Questa invece è una legge per non pagare sugli autobus, guidare contromano in via Libertà e avere i libri di testo gratis per i suoi figli... se ne ha», « L' urtimo e tiramu ». A quel punto, la signora lo interruppe: «Veramente cercavo qualcosa di particolare. Lei lavora anche su ordinazione?». «Certo signora! Mi dica cosa le serve. Io le posso fare avere leggi, regolamenti comunali, decreti... mi dica». «Mi servirebbe una legge - disse la donna - che costringa gli inquilini del terzo piano di via Verga 48 a cambiare casa, se quelli del quarto piano non li sopportano». «E che problema c' è, signora? Dieci minuti ed è pronta!». «E a quanto me lo fa?», chiese la signora. Così ebbe inizio il pattìu: un rito che da secoli si ripete tra i vicoli della città, un rito che non ammette dilettanti. «Signora... picchì è lei, quaranta euro», disse il commerciante. «Caro è! Più di quindici euro non ci vale una legge del genere!», rispose la signora Lo Presti. « Si issi a fari ' na passiata », replicò risentito l' uomo. La signora lo guardò, e si avviò con un passo né troppo lento né troppo veloce. Solo a quel punto il vendignora lo guardò e annuì: l' accordo era stato raggiunto. Solo dieci minuti dopo, la legge era già pronta. La signora ne verificò il contenuto, quindi prese il borsello e pagò. Il venditore si fece il segno della croce, baciò le banconote e infine le mise in tasca; mentre la donna si allontanava facendosi largo tra le bancarelle, le luci, gli odori e le grida: «' U sintistivu ca Berlusconi fici chiuiri Baddarò? », « Cretino - gli rispose qualcuno ridendo - Ma si ci passavi antura ». Via Verga 48, quarto piano. Casa della signora Lo Presti. La signora entrò e disse a voce alta: «Amore, sono tornata!». Chiuse dietro di sé la porta, posò le chiavi nel solito vaso, appese il cappotto ed entrò nel soggiorno. Il marito, concitato, subito le disse: «Sei uscita per cinque minuti, e invece sei mancata mezza giornata». «Lo so, caro, ma oggi al Capo c' era più confusione del solito», rispose la moglie. «Mentre tu non c' eri - riprese nervoso il marito - la signora Sidoti è salita di nuovo perché voleva che la smettessi di giocare a pallacanestro nel soggiorno. Io a questi non li sopporto più!». La moglie lo abbracciò, lo strinse forte a sé e gli sussurrò all' orecchio: «Amore, calmati, ho comprato un regalo per te». Nello stesso momento in via Verga 48, terzo piano. Casa del signor Sidoti. Il signor Sidoti entrò e disse a voce alta: «Amore, sono tornato!». La moglie, concitata, subito gli disse: «Sei uscito per cinque minuti, e invece sei mancato mezza giornata». «Lo so, cara, ma oggi alla Vucciria c' era più confusione del solito», rispose il marito. «Mentre tu non c' eri - riprese nervosa la moglie - quelli di sopra hanno giocato ancora a pallacanestro nel soggiorno. Io a questi non li sopporto più!». Il marito la abbracciò, la strinse forte a sé e le sussurrò all' orecchio: «Amore, calmati, ho comprato un regalo per te».
Ficarra e Picone
Repubblica — 07 marzo 2010 pagina 1 sezione: PALERMO

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