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giovedì 21 giugno 2007

Precari...di lusso?



Sulle pagine di Repubblica di domenica 17 giugno ultimo scorso si evidenzia come è la situazione attuale dei precari in Sicilia. Disastrosa. E' da evidenziare la questione dei "tecnici della catalogazione" dell'Assessorato BB.CC.AA. e P.I della Regione Siciliana. L'attività di precariato dei catalogatori dei beni culturali è iniziata nel lontano 1986 e a tutt'ora la questione non è ancora risolta. Dalle ultime notizie sembra che il loro destino sia ancora in bilico. In seguito su queste pagine web faremo una ricostruzione della loro vicenda che dura da un ventennio.
PALERMO - La festa amara dei catalogatori "Compiamo 20 anni da precari"a.fras.SABATO, 09 GIUGNO 2007 LA REPUBBLICA - Palermo
Blitz all´inaugurazione della mostra sul sessantesimo anniversario dell´autonomia Il primo contratto nell´86, adesso rischiano di non avere il rinnovo dell´incarico C´è chi è alle soglie della pensione: "Tutti stabilizzati tranne noi l´assessore intervenga"
Oggi festeggiamo i 20 anni di perenne precariato». Con questo slogan una trentina di catalogatori dell´assessorato ai Beni culturali hanno protestato con tanto di striscione, ieri, all´inaugurazione della mostra sui 60 anni dell´Assemblea regionale. Il blitz è scattato alle 17, nell´atrio della biblioteca regionale, in corso Vittorio Emanuele. Il motivo? «Loro festeggiano l´Ars, noi il nostro precariato che rischia di concludersi, dopo venti anni, nel peggiore dei modi: con il non rinnovo del contratto, in una Regione che in questi anni ha stabilizzato e assunto tutti», denunciano i rappresentanti dei 430 «tecnici della catalogazione», disseminati tra le soprintendenze e le biblioteche regionali dell´Isola.Tra loro c´è chi è a un passo dalla pensione, nonostante abbia avuto solo contratti precari e sia passato, in questi venti anni, da articolista a lsu (lavoratore socialmente utile) fino a contrattista a progetto. La storia dei catalogatori ha inizio nel 1986, quando la Regione, attraverso i fondi per il Mezzogiorno, esternalizza il servizio di catalogazione dei beni culturali siciliani. Nascono così i consorzi che assumono, con contratto annuale, circa duecento tra architetti, ingegneri, geologi, storici dell´arte e geometri. Passato l´anno, la Regione si inventa dei progetti ad hoc, sempre per gli stessi consorzi: nell ‘87 l´obiettivo è «il recupero del barocco», nell´88 «il recupero del barocco nelle zone interne della Sicilia» e poi «la riqualificazione degli edifici ecclesiastici». Progetti che magari durano un po´ più del previsto e si arriva così al ‘93, quando i catalogatori vengono contrattualizzati per tre anni dalla Regione con tanto di seconda infornata e assunzione a tempo di altri duecento, tra bibliotecari, esperti in catalogazione e così via. Scaduto il contratto triennale, tutti vengono riassunti, nel ‘97 come lavoratori socialmente utili. Nel 2002 la Regione istituisce gli elenchi speciali, e i 430 precari diventano contrattisti a progetto pagati con il Por (circa 20 milioni di euro l´anno). Ma il prossimo dicembre il progetto finisce e al momento non è prevista alcuna nuova iniziativa per i catalogatori.«Dopo una vita da precario, a un passo dalla pensione, adesso rischio di perdere tutto - dice Giorgio Luna, 53 anni, due figli a carico e catalogatore alla soprintendenza di Palermo - Non solo in questi anni non ho mai potuto comprare una casa, perché nessuno fa un mutuo a un precario, ma adesso perdo anche la possibilità di lavorare». Tra loro c´è chi dall´86 è un catalogatore precario: «In questi venti anni ho fatto di tutto, e firmato qualsiasi tipo di contratto, alla fine ti abitui a questa vita e sopravvivi - dice l´architetto Enzo Rubbio, 46 anni - Ho iniziato a lavorare alla cooperativa Agorà di Catania e da lì è iniziata la mia stagione di eterno "contrattista". In questi anni abbiamo scritto un milione di schede salvando dalla perdita i reperti archeologici, e non solo, della Sicilia. E questo è il ringraziamento della Regione che ora, improvvisamente, si accorge che non ha previsto alcun futuro per noi». Per protesta ieri è scattano il primo blitz: «Il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, e l´assessore ai Beni culturali, Lino Leanza, devono fare qualcosa, hanno stabilizzato tutti in questi anni, tranne noi - dice Diana Sergio, che si definisce "biblioprecaria" con contratto da metalmeccanico - Sì perché pur di continuare a fare questo lavoro, per un anno mi hanno fatto anche un contratto di questo tipo. Vogliamo adesso risposte certe sul nostro futuro». L´assessore Leanza si dice «pronto a incontrare i catalogatori», ma a un patto: «Non devono farsi strumentalizzare - dice Leanza - Ho garantito loro che stiamo cercando di trovare una soluzione, ma non accetto manifestazioni di questo tipo».
Erano cinquecento giovani e forti e...ora?

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