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martedì 23 ottobre 2012

Grillo ad Enna

Enna. E’ un Beppe Grillo a tutto campo quello che sta attraversando la Sicilia in occasione della campagna elettorale per il voto regionale di domenica prossima. Nella terra del “Gattopardo il comico genovese sta facendo il pieno di ascolti in ogni piazza. Il suo è un inno al cambiamento, un grido per dire basta alle vecchie logiche politiche-affaristiche. Ieri sera a Enna, in piazza San Francesco, presenti circa quattromila persone, diverse delle quali arrivate dai paesi limitrofi, Grillo non ha risparmiato duri attacchi nei confronti della classe politica isolana. Cuffaro, Lombardo, ma anche Miccichè sono stati presi di mira. “Pensate – ha detto – siete passati da Quasimodo a Miccichè. Che cazzo state facendo! 
E rivolgendosi all’Udc l’ha definito “l’unione dei carcerati”. La Sicilia – ha tuonato – non merita questa classe politica. Voi vivete in una terra magnifica, avete l’arte, la cultura, il mare ma ci vogliono dei governanti che sappiano far funzionare bene questa Isola. Le migliaia di persone che assiepano piazza San Francesco ascoltano e applaudono. Tra i tanti: Piero Capizzi, 48 anni, agente della Polizia penitenziaria, dice: “Sono venuto ad ascoltare Grillo perché stufo di questo status di politici ladri che continuano a raccontarci delle favole. Parlando con la gente noto con piacere che sicuramente non voteranno le stesse persone, ma si affideranno a gente nuova, magari a quelli del Movimento 5 stelle”. E Francesca Cigno, un tempo segretaria della sezione del Pd di Enna bassa, aggiunge: “Sono venuta ad ascoltare una proposta diversa, anche perché sono stanca dei soliti politici”. È la rivoluzione culturale che Grillo predica quando attacca anche gli sprechi della politica siciliana, accusa i parlamentari regionali di guadagnare 20 mila euro lorde al mese. “I nostri candidati – sostiene – se siederanno a Palazzo D’Orleans guadagneranno 2500 euro netti al mese. Siamo contrari ai privilegi dei parlamentari, ai rimborsi elettorali ai partiti e alle pensioni d’oro. Parla inoltre di un parlamento romano dove ci sono 121 inquisiti, e dice: “E’ finita un’epoca, questa gente deve andare tutta a casa”. E ritornando a parlare della Sicilia afferma: “In questa terra occorre adesso una rivoluzione culturale in modo che la gente rimanga in Sicilia, non vada a cercare lavoro altrove". Agli ennesi da una speranza quando afferma: “Avete il quarto Polo universitario siciliano, in fondo non siete abbandonati”. Ma un giovane a fine comizio lo abbraccia e gli dice: “Beppe, l’università Kore è stata politicizzata”. A 64 anni Beppe Grillo ha pensato che era il momento di far sentire la sua voce, di tuonare contro una classe politica che, nella maggior parte dei casi, ha dimenticato la parola “Etica”, un termine che contraddistingue la civile politica dei Paesi dell’Europa del Nord da quella nostra. I numerosi scandali, le ruberie, i rapporti con le mafie da parte di molti politici italiani hanno infangato la credibilità del nostro Paese. L’etica è scomparsa dal vocabolario. Quello che non accade in Paesi come la Svezia, la Germania, la Svizzera e in altre culture del nord Europa, Paesi questi abituati da sempre a convivere con la legalità e la trasparenza. L’invito alla legalità, a scegliere una guida politica onesta, sobria, Grillo continua a gridarlo in ogni piazza dell’Isola. Lo ha fatto anche ieri sera a Enna. La campagna elettorale in Sicilia, terra difficile, dalle mille contraddizioni, sta andando avanti tra alti e bassi, tra insulti e polemiche, ma Beppe Grillo e il suo Movimento 5 Stelle non si stancano di invogliare la gente al cambiamento. Attacchi a tutto campo contro quei partiti tradizionali, contro il voto di scambio. Critiche feroci le sue. Nei giorni scorsi durante un comizio aveva detto: “Spediteci a disinfettare l’Ars”. E ci piace sentir dire, come è accaduto nel trapanese, che lo Statuto Siciliano non va abolito ma migliorato Oggi è il genovese Beppe Grillo che invoglia i siciliani a riflettere sul futuro dell’Isola e degli isolani. Gli chiediamo se ha paura di tutta questa notorietà, di andare un giorno a decidere in Parlamento le sorti del Paese. Dice: “Devono essere i vecchi governanti ad avere paura, questa è una rivoluzione culturale. Oggi è cambiato qualcosa, lo sentiamo – conclude Grillo- è come se fosse entrato un virus rivoluzionario all’interno del popolo siciliano”. Non sappiamo quale sarà il responso delle urne, ma sembra di capire che la seconda Repubblica, non migliore della prima, sta per lasciare il posto alla terza. La piazza invasa già un’ora prima del comizio, Valentina gestore di un bar a fondo piazza già alle venti aveva il bar “preso d’assalto”, con soddisfazione ripeteva che nemmeno il giorno della Patrona aveva tanto “venduto”. E la piazza anche dopo la partenza del ”Grillo parlante” sembrava ricordarci la festa del 2 luglio.

Francesco Librizzi

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