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giovedì 17 maggio 2007

Computer a manovella



OLPC acronimo di One Laptop per Child cioè “un portatile per ogni bambino”. Era un progetto lanciato già nel 2003 da Nicholas Negroponte al Media Lab del Mit di cui era direttore. Progetto mondiale che si prefiggeva di fornire a bassi costi un portatile a manovella, quindi in grado di auto fornirsi di elettricità per funzionare, a tutti i bambini in età scolare. Portatile, però, in grado di contenere tutto ciò che servisse per l’accesso ad Internet, a sviluppare testi, a sviluppare immagini e video. Praticamente entro il 2010 ogni scolaro dalla Thailandia al Brasile, dal Guatemala alle Filippine dovrebbe essere in grado si possedere il portatile a manovella. Aprire nuovi orizzonti alle piccole menti, sviluppare la creatività, ma soprattutto facilitare i contatti con tutto il mondo. Una battuta di arresto all’informatizzazione a tutti i costi di generazioni di tenera età arriva sempre dagli Stati Uniti. Il dipartimento dell’educazione statunitense ha terminato il mese scorso uno studio comparativo. È emerso che non esiste nessuna differenza di sviluppo e di profitto in matematica e in scrittura tra gli studenti di una scuola fornita di attrezzature informatiche e di una scuola poco informatizzata. Anzi si è scoperto che gli scolari che hanno la possibilità di usare quotidianamente il computer si trinceravano dietro lo schermo e non seguivano le lezioni. Conclusione che alcune scuole americane, gradualmente, stanno uscendo dal programma di informatizzazione o quantomeno lo stanno rallentando.
Ha la forma di un libro (foto in alto) dal design semplice, rivestito in gomma per resistere agli urti, fornito di cinghia per portarlo a tracolla e una manovella per dare corrente eletrica. E' il computer ideato da Nicholas Negroponte. Innanzitutto destinato ai bambini africani, asiatici e sudamericani. Il computer a manovella come è stato ribattezzato costa poco più di 100 dollari. Lo scopo è quello di informatizzare il Terzo Mondo distribuendone 150 milioni di pezzi.

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