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martedì 15 marzo 2011

Mostra di pittura di Filippo Liardo


(Leonforte,30 Maggio 1834  - Asinères,Paris,19 Febbraio 1917) .
Suo padre si chaimava Salvatore e sua madre Pappalrdo Rosalia .

A Palermo fu allievo di Salvatore Lo Forte, a Napoli di Domenico Morelli
Iniziò gli studi a Palermo e, dopo la partecipazione all’impresa dei Mille, li completò a Napoli con D. Morelli. Frequentò la scuola di Resina. Grazie alle opere presenti in collezioni private, desumiamo dai titoli che esse erano prevalentemente paesaggi e scene di genere. Nel 1861 presentò all’Esposizione Nazionale di Firenze un Ritratto e uno Studio del Mugnone. In questi anni strinse rapporti d’amicizia con il gruppo dei Macchiaioli e in particolare con Telemaco Signorini che, nei suoi scritti, lo ha ricordato tra i frequentatori del Caffè Michelangelo. Alternava l’attività di pittore a quella di soldato, frequentando le imprese di Garibaldi. ( 1862, 1866, 1870 ).Nel ’65 compì un primo viaggio a Parigi e, probabilmente, anche a Londra. Dopo questa parentesi militare si recò di nuovo a Firenze dove rimase pochi mesi. Nel ’67 si trasferì a Parigi. Qui, fatta eccezione per alcuni viaggi in Italia, trascorse il resto della sua vita lavorando come incisore per "Le monde illustrèe" e "La vie moderne". Da un fare pittorico piuttosto impacciato degli esordi, durante il soggiorno fiorentino perviene a un’assimilazione del linguaggio macchiaiolo che poi, una volta giunto in Francia, coniugherà con il fare pittoricamente più libero della pittura impressionista. Morì vecchio e in miseria, sopra un giaciglio di paglia. Ricchissima la produzione di schizzi e disegni di soggetto garibaldino eseguiti dal vero, mentre i dipinti, di storia, di paesaggio e scene di vita cittadina, denunciano l’influenza dapprima macchiaiola e in seguito dell’ambiente artistico parigino di fine Ottocento. Subì l’influenza dell’Induno meno sentimentale, ma più gelido e nello stesso tempo più intenso per sensibilità cromatica; rappresentò vicende militari della guerra di Indipendenza. Nella Galleria d’Arte Moderna di Palermo, si ammirano di lui il grande dipinto La sepoltura garibaldina, composizione patetica, quasi tragica, disegnata con forza e delicatezza di particolari, e il Ritratto del padre, incisivo e ben costruito. E’ un artista molto raro sul mercato antiquario.

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