ADNKRONOS

martedì 12 gennaio 2010

L' anno che non voleva arrivare

GIOVEDÌ 31 dicembre 2009, XV E.B. Ore 23,59 più qualcosina. «Meno dieci!» urla zio Giovanni con tutto il fiato che gliè rimasto in gola; mentre la zia, fra risatee sberleffi, ammonisce: «Giovanni stai attento con quello spumante che il tappo è pericoloso per gli occhi dei bambini!». «Meno nove!» scandisce lo showman in tv, circondato da miliardi di ballerine. «Meno otto!» gridano in coro i cuochi nella cucina di uno fra i tanti ristoranti che in città hanno organizzato il veglione di San Silvestro. «Andate a quel paese!» pensa infastidito Ermanno sul marciapiede di fronte al ristorante, mentre tira su i cartoni che gli fanno da coperta e stringe a sé il fedele Flip. «Meno sei!» sussurra Mohamed da solo davanti alla tv, con la sigaretta coricata sul portacenere, e col pensiero rivolto alla famiglia che lo aspetta a due mondi di distanza. «Meno cinque!» urlano felici Pinuccioei suoi compagni, con lo sguardo verso il secondino che tiene in mano lo spumante. «Q uattro!» annuncia la voce che esce dall' autoradio di uno dei tanti camion che, anche la notte di Capodanno, continuano a fare su e giù per l' Italia. «Tre!» cadenza tronfio Berlusconi che si prepara a brindare con Bondi, Cicchitto, e Topo Gigio; mentre qualche isolato più in là, l' avvocato Ghedini, pensa soddisfatto: «E anche questo anno è prescritto!». «Due!» urlano in coro gli ospiti a casa di D' Alema, mentre Massimuccio sta fantasticando sul giorno in cui potrà festeggiare apertamente il Capodanno con l' amato Silvio senza doversi nascondere più da nessuno. All' improvviso il fattaccio: lo showman interrompe il conto alla rovescia, la musica cessa di botto e le ballerine gradualmente smettono di danzare. Qualcosa di graveè accaduto! «Stappo lo stesso?» chiede zio Giovanni che a stento trattiene il tappo. «E piantala!» ordina irritato Berlusconi a Bondi che stava declamando l' ennesima poesia. L' attenzione è tutta sullo showman che adesso ha un foglio in mano: «Devo darvi una notizia che mai avrei voluto dare» comincia drastico l' uomo. «Il 2010, l' anno che doveva subentrare questa notte, non è al momento reperibile. I festeggiamenti sono quindi interrotti». Per strada lo scarno comunicato rimbomba più volte... Per strada il fido Flip, si stringe al padrone e pensa: «Chissà ' sta storia come andrà a finire?». Giovedì 31 dicembre 2009, XV E.B. Ore 27,32 circa. Sono passate più di tre ore dal fattaccio. A casa dello zio siamo tutti immobili davanti alla tv, in attesa della conferenza stampa che il 2010 (l' anno che si è reso irreperibile) ha promesso di fare, per spiegare le motivazioni del gesto estremo. «Che faccio stappo e ce ne fottiamo?» insiste zio Giovanni. «Tu non stappi niente fino a quando non te lo dico io!» ribadisce infastidita la zia. Proprio in quel momento il 2010 fa l' ingresso in sala stampa. Ha un' aria giovanile, indossa un paio di jeans, un maglione usato, le scarpe da tennis e al naso porta un paio di occhialetti da intellettuale. Abbagliato da migliaia di flash si siede, e poi comincia: «Ho preso la decisione sotto Natale quando ho sentito il presidente Berlusconi che, parlando «Q di me, ha detto testualmente: "Il 2010 sarà l' anno delle riforme". Siccome - continua l' anno che verrà - immagino già il tipo di riforme che il presidente del Consiglio vorrà fare, ho deciso di non essere corresponsabile di una vergogna simile!». Immediate le reazioni del mondo politico. Il portavoce del presidente del Consiglio, Paolo Bonaiuti, subito dichiara: «E' la prova che gli ultimi 15 anni che abbiamo avuto sono stati comunisti!». Cicchitto si limita a constatare: «Sono le conseguenze del clima di odio che hanno contribuito a creare certi giornali come Postal Market, Topolino, e Casa Bella». Mentre Berlusconi, non sapendo come sfogare la rabbia, prima grida in faccia a Bondi: «Le tue poesie sono brutte!»; poi chiama al telefonino Floris che in quel momento sta sorseggiando un aperitivo ai Caraibi, gli urla: «Floris si vergogni!», e riattacca. Gasparri chiosa: «Se ci avessero fatto governare tranquillamente, saremmo già nel 2020!». D' Alema minimizza: «Si tratterebbe semplicemente di farsi un annetto ad personam». Intantoa casa lo zio chiede: «Stappo?», e la zia risponde: «Dopo, cretino!». Emilio Fede nel suo tg ricorda che i fratelli Graviano dal carcere hanno smentito le dichiarazioni che ha fatto il 2010 in conferenza stampa. Santoro annuncia il tema della prossima puntata: «Adesso che dirà Capezzone?». A rispondergli è lo stesso Capezzone: «Parla proprio Santoro che ha chiamato il suo programma "Annozero" poiché non ha trovato un anno pronto a metterci la faccia!». Feltri anticipa la sua prima pagina: «Un anno di merda!». Per strada la gente aspetta un segnale... Il fido Flip si stringe al padrone e pensa: «Chissà ' sta storia come andrà a finire?». Domenica 3 gennaio 2010, XVI E.B. Poi, come potete ben immaginare, tutto si è sistemato e il 2010 si decise a subentrare. A risolvere tutto fu il solito provvidenziale Gianni Letta che organizzò un incontro tra Silvio Berlusconi e il giovane 2010 dissidente. L' incontro si tenne a palazzo Grazioli e durò un paio d' ore. Non si seppe mai nulla di quello che si dissero quella nottei due leader, si seppe soltanto che qualche ora dopo, i due uscirono dall' incontro dandosi pacche sulle spalle, distribuendo sorrisi ai fotografi e scambiandosi innumerevoli strette di mano. La musica ricominciò, i miliardi di ballerine tornarono a danzare e lo showman riprese il conto alla rovescia come se nulla fosse accaduto: «Meno uno!». Poi con tutta la forza che gli era rimasta sui polpastrelli stappò la bottiglia e urlo: «Auguri!». Nell' intera penisola esplose l' entusiasmo: negli ospedali, nelle carceri, sulle strade, nei ristoranti. Mai nessun Capodanno era stato così atteso: milioni di sms, più o meno stupidi, volarono da un capo all' altro dell' Italia e una pioggia di tappi oscurò i cieli delle città. E mentre la zia provava a svegliare il marito, sfiancato dall' attesa, urlandogli «Ora devi stappare, cretino!», Flip pensava: «E' sempre il solito inciucio!».

di Ficarra e Picone

Repubblica — 03 gennaio 2010 pagina 1 sezione: PALERMO

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